"Bisogna togliere gli interessi delle istituzioni culturali e prendere manager bravi che siano fuori dalla logica della politica"
"Se diventerò sindaco lancerò gli stati generali della cultura". Con queste parole il candidato sindaco per il centrodestra a Milano, Stefano Parisi, ha chiuso l'appuntamento elettorale al Teatro Parenti, dove erano presenti diversi esponenti del mondo culturale della città, tra cui la regista teatrale Andrèe Ruth Shammah e il presidente della Triennale Carlo De Albertis.
Una città più viva - "Milano deve trovare una nuova stagione di vivacità culturale", ha detto Parisi. "Dobbiamo mettere in rete tutta l'offerta che abbiamo e chiedere alle diverse raltà di essere meno autoreferenziali". Per il candidato del centrodestra a Milano, "occorre non soltanto osservare l'offerta che è già presente in città, ma aumentarne la produzione fuori dai luoghi istituzionali. Milano dovrà essere più viva sempre, non soltanto per la settimana della moda o per il Salone del mobile. La città deve vivere sempre momenti di questo tipo, con eventi culturali diffusi nei quartieri, nelle scuole e nella biblioteche anche della periferia" ha sottilineato.
Copiare la gestione delle fondazioni private - Il modello che immagina per la gestione delle istituzioni culturali milanesi è quello delle fondazioni private. "Bisogna togliere gli interessi politici delle istituzioni culturali e prendere manager bravi che siano fuori dalla logica della politica". "Anche l'assessorato", ha sottolineato, "non lo vedo guidato da un direttore di un grande museo che dice lui come si fanno le mostre".