Morti sul lavoro, l'andamento degli ultimi anni
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Il monito del capo dello Stato in occasione della 73esima Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro
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"L'intollerabile e dolorosa progressione delle morti e degli incidenti sul lavoro sollecita una urgente e rigorosa ricognizione sulle condizioni di sicurezza nelle quali si trovano a operare lavoratori". A indicarlo in una dichiarazione in occasione della 73esima Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro è il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, spiegando che "morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, un fardello insopportabile per le nostre coscienze, soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure".
"La sicurezza non è un costo, né tantomeno un lusso: ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona. Occorre un impegno corale di istituzioni, aziende, sindacati, lavoratori, luoghi di formazione affinché si diffonda ovunque una vera cultura della prevenzione", esorta, in conclusione della nota, Sergio Mattarella.
"In occasione della 73esima Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro desidero rinnovare la mia vicinanza ai famigliari delle tante, troppe persone che hanno perso la vita. Assistiamo a uno stillicidio che colpisce non solo la nostra umanità, ma la convivenza civile della nostra nazione. Dobbiamo sentire forte, in tutti noi, la necessità di fare molto di più per garantire una maggiore prevenzione e migliori norme sulla sicurezza. Mai abituarsi al dolore per simili tragedie. Le morti sul lavoro sono e saranno sempre inaccettabili". Così il presidente del Senato Ignazio La Russa.
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"Purtroppo continuiamo a contare tre morti al giorno sul lavoro e oltre 2.000 infortuni, come nel 2008", anno in cui è stato emanato il Testo Unico sulla sicurezza dei lavoratori. E' il grido d'allarme del presidente dell'Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (Anmil), Zoello Forni, intervenuto in occasione della Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro.
"L'incidente di Brandizzo ha riacceso l'attenzione sui media e dell'opinione pubblica sulle morti sul lavoro, di cui spesso si parla solo nelle occasioni più eclatanti. Sotto i nostri occhi si consuma invece quotidianamente una strage silenziosa", continua Forni.
Purtroppo, ha sottolineato Forni, "il bilancio infortunistico non ha fatto registrare miglioramenti apprezzabili: i dati su infortuni e malattie professionali si mantengono pressoché costanti e ben lontani dall'abbattimento auspicato con la nuova normativa".
"Nonostante l'attenzione politica e mediatica, lo studio, i progressi normativi e scientifici, c'è ancora una vasta zona d'ombra dentro la quale continuano a prevalere disinformazione, noncuranza, abitudini e fretta, violazione delle regole che il nostro ordinamento ha fissato a tutela dei lavoratori", ha proseguito Forni.
"E' necessaria quindi una revisione generale del Testo Unico infortuni, disegnato su una società ormai profondamente cambiata", ha reclamato il presidente dell'Anmil, associazione che conta circa 250.000 iscritti e rappresenta una categoria composta da quasi 650.000 titolari di rendita Inail tra infortunati sul lavoro, tecnopatici, vedove e orfani di caduti sul lavoro.