Piantedosi risponde alle accuse: "Le identificazioni non ledono libertà". E sul ministro si scatena una nuova bufera
Non si fermano le polemiche nate dall'identificazione da parte della Digos di chi, domenica a Milano, ha ricordato Alexei Navalny depositando fiori tra i quali anche l'ex Br Franceschini. Per la senatrice dell'Alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Cucchi, "è gravissima l'identificazione. Le libere opinioni non vanno schedate. Essere 'identificati' vuol dire subire l'inserimento dei propri dati al Ced, dati che rimarranno per tempo indefinito, esattamente come coloro che delinquono". Angelo Bonelli, portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra: "Identificare per un fiore non è normale". La replica del ministro Piantedosi: "Identificazioni non ledono la libertà".
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"É capitato pure a me nella vita di essere identificato, non è un dato che comprime una qualche libertà personale". Lo ha spiegato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, commentando l'identificazione da parte della polizia a Milano di alcuni cittadini che onoravano con fiori la memoria di Navalny. "L'identificazione delle persone è una operazione che si fa normalmente nei dispositivi di sicurezza per il controllo del territorio - ha concluso -, il personale mi è stato riferito che non avesse piena consapevolezza".
"Che i cittadini italiani vengano identificati dalla digos per aver lasciato un fiore in memoria di Navalny è semplicemente ributtante. Oggi a piazza del Campidoglio ne lasceremo molti caro Piantedosi, vieni ad identificarci tutti". Lo scrive sui social il leader di Azione Carlo Calenda.
"Se per il Ministro Piantedosi è stato normale fermare e prendere le generalità a chi ha sostato di fronte alla targa in ricordo di Anna Politkovskaya a Milano, allora abbia il coraggio di identificare tutti i partecipanti della fiaccolata di stasera a Roma in onore di Alexei Navalny, compresi eventuali membri del governo". Lo ha detto il deputato Pd e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi.
"E' gravissima l'identificazione a chi ieri a Milano ha ricordato Alexei Navalny depositando dei fiori. Le libere opinioni non vanno schedate. Perché di questo si tratta. L'esercizio legittimo del diritto di esprimere un'opinione politica deve essere riconosciuto a tutti e senza illegittime 'schedature' indegne di uno Stato che vuol definirsi democratico. Essere 'identificati' vuol dire subire l'inserimento dei propri dati al CED, dati che rimarranno per tempo indefinito, esattamente come coloro che delinquono. La legge prevede che l'identificazione deve avere ragioni di ordine pubblico e sicurezza. E a Milano questa due condizioni non c'erano. Sarebbe interessante capire se per caso il Questore di Milano abbia ricevuto disposizioni in tal senso dal governo". Lo afferma la senatrice dell'Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.
"Non è accettabile che chi esprime solidarietà o esercita il proprio diritto di critica nei confronti di regimi autoritari venga trattato come un potenziale problema di ordine pubblico. L'identificazione, da parte della Digos, di cittadini e cittadine che, a Milano, deponevano un fiore in ricordo di Alexei Navalny, è un segnale allarmante di come la libertà di espressione e il diritto di manifestazione pacifica siano percepiti dalle nostre autorità: come minacce anziché diritti inalienabili. Se, per il Ministro dell'Interno Piantedosi, identificare persone che portano un fiore per Navalny è parte della 'normalità', Piantedosi sembra aver perso di vista la differenza tra ordine pubblico e controllo autoritario". Lo scrive in una nota, Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra.
Toccalini (Lega): a Milano identificato ex Br Franceschini - "Come sempre tante polemiche per nulla: l'identificato (in realtà sono stati più di uno, ndr) a Milano durante i controlli voluti da Piantedosi non era un cittadino qualunque, ma l'ex brigatista Franceschini. Un controllo quanto mai opportuno per il quale ringraziamo il ministro dell`Interno e le Forze dell`Ordine. Ora Fratoianni e Calenda sono contenti?". Lo afferma in una nota il deputato della Lega Luca Toccalini.
Davydova (Annaviva), se non c'è stata compressione della libertà, di sicuro c'è stata incomprensione "La compressione della libertà magari non c’è stata però c’è stata una incomprensione. Dove siamo, a Mosca o a Milano? Qui abbiamo il diritto di parola, io sono cittadina italiana, anche se di origine russa, e spero di trovarmi in un paese democratico". Cosi' Marina Davydova, tra i partecipanti al piccolo presidio organizzato a Milano in memoria di Alexei Navalny, tornando ai Giardini Politkovskaja commentando le parole del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. In merito alla identificazione da parte di agenti della Digos, Dadydova rileva che "non ce lo aspettavamo. Abbiamo fatto un piccolo evento Facebook per annunciarlo ai nostri conoscenti. Siccome non era una manifestazione non pensavamo ci fosse qualcuno delle forze dell'ordine. Gli agenti erano in borghese: all'inizio pensavamo che fossero dei conoscenti di qualcuno, ma dopo un po' hanno chiesto uno a uno l'indirizzo di residenza e i documenti. Abbiamo chiesto il perché e ci hanno spiegato che erano della Digos, mostrando il tesserino. A quel punto, da bravi cittadini, abbiamo fornito tutti i nostri dati". Dal suo racconto infine "gli agenti erano già qui quando siamo arrivati, il motivo non lo so".