Già ufficiali le candidature del governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini e delle deputate Elly Schlein e Paola De Micheli
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Anche Gianni Cuperlo potrebbe correre per diventare il nuovo segretario del Partito democratico. "Lo ammetto, potrei candidarmi alla segreteria del Pd. Spero non sia una colpa. Non ho ancora sciolto la prognosi, è cosa talmente seria da rifletterci, e non da solo" ha detto (un po' a sorpresa) il deputato dem. Cuperlo potrebbe sfidare i nomi già certi: il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini e le deputate Elly Schlein e Paola De Micheli.
La sinistra del Pd è divisa fra chi, come il vicesegretario Peppe Provenzano e Marco Furfaro, spinge per appoggiare Schlein, e chi invece non ha ancora abbandonato l'idea di un candidato in cui riconoscersi di più: fra loro, appunto, Cuperlo e Orlando, ma anche Nicola Zingaretti. La scelta di quale sentiero imboccare dovrebbe arrivare nei prossimi giorni.
In ballo c'è anche la tattica, il rischio di dividere il fronte e dare così un vantaggio all'altro favorito, cioè Bonaccini. "Non è una strategia per accendere i riflettori su di me - ha spiegato Cuperlo -, mi fa molto piacere che ci siano due donne in campo. Stimo tutti e tre, ma la sinistra in questi anni è stata opposizione nel partito, e ha delle cose importanti da dire". Sia chi sia il vincitore delle primarie "non vedo il rischio scissione - ha detto Schlein -. Il congresso non deve trasformarsi certo in una resa dei conti identitaria".
Il dibattito affianca quello sulle coalizioni. "Credo che il M5S abbia fatto un errore a far cadere Draghi - ha detto Cuperlo - Ma rompere l'alleanza è stato un secondo errore che hanno pagato tutti". In vista delle regionali del 12 e 13 febbraio, gli schieramenti stanno prendendo forma. In Lombardia, il M5s è a un passo dall'alleanza col centrosinistra, che candida Pierfrancesco Majorino. Domani (venerdì), gli iscritti decideranno con il loro voto online se "questo percorso deve essere finalizzato con una proposta rivolta anche alle altre forze politiche - ha spiegato Conte - o se non dare seguito a questo percorso e andare da soli, offrendo una proposta in autonomia, ma con minori chance di essere competitivi. Ci sono stati incontri con rappresentanti di forze di centrosinistra e da questi tavoli è venuta una condivisione".
Anche se il M5s resta sul chi va là: "L'importante per noi sono contenuti e programmi - ha spiegato Conte - non partiamo dalle alleanze. Siamo intransigenti su principi e valori morali. C'è una questione più attuale che mai, la questione morale. Noi non l'abbiamo mai accantonata". Più articolata la situazione nel Lazio, dove un accordo del Pd col M5s non è all'ordine del giorno. Il Pd e il terzo polo schierano Alessio D'Amato, mentre Verdi e Sinistra italiana potrebbero imboccare strade diverse: i Verdi con D'Amato e Sinistra italiana col M5s.