L'ex ministro lancia così la sua sfida agli altri "big" in lizza Marco Minniti e Luca Zingaretti. Al suo fianco si schiera Graziano Delrio
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Maurizio Martina ha annunciato la candidatura al congresso del Pd, sottolineando la necessità di "inchinarsi ai militanti e agli iscritti". "Ci candidiamo, ci candidiamo al plurale perché l'io ci ha fatto male. Il 'noi' è il futuro", ha affermato l'ex ministro nel circolo dem di San Lorenzo, a Roma. L'ex segretario lancia così la sfida ai "big" rivali nella corsa alla segreterai Nicola Zingaretti e Marco Minniti.
"Vogliamo portare al Pd una squadra di ragazzi, di donne che hanno la voglia di lavorare insieme e di investire sul futuro dell'Italia", ha aggiunto Martina. L'ex segretario sembra non preoccuparsi della lettura di chi vede nella sua candidatura un aiuto a Marco Minniti: "Noi con orgoglio rompiamo gli schemi e diciamo che il confronto è libero. Nessuna regola può vincolare questo confronto".
Anzi, la convinzione è che la sua corsa può impedire "un congresso referendum" tra renziani e anti-renziani: "Metto in discussione tutto con grande forza, mi metto io in discussione. Non ho bisogno di abiure e non credo a un congresso referendum". E proprio lì, sottolinea Graziano Delrio, presente all'annuncio di Martina, sta "la differenza con Zingaretti".
Delrio: "Nessun assist a Minniti e Zingaretti" - L'ex ministro dei Trasporti ha così di fatto garantito il suo appoggio a Martina, il quale può anche contare su una base forte nel Pd lombardo, specialmente quello giovanile. Minniti gode, da parte sua, del supporto di Luca Lotti e Lorenzo Guerini, i due deputati che più si sono spesi per raccogliere le firme in appoggio alla candidatura dell'ex titolare del Viminale. "Nessun assist" a Minniti e Renzi, "si fanno le cose in maniera positiva e in famiglia. Stimo molto Minniti e Zingaretti, ma mi interessa di più il progetto di questi giovani", ha dichiarato Delrio.
Dunque, sono sette in tutto 7 gli esponenti dem che hanno annunciato la partecipazione alle primarie: il primo è stato Nicola Zingaretti. Poi Matteo Richetti, Francesco Boccia, Cesare Damiano e Dario Corallo. A seguire Marco Minniti e infine Maurizio Martina.
Zingaretti: "Segretario con nuovo gruppo dirigente, no a bad company" - "Continuerò ancora con più forza la mia battaglia per cambiare il Pd. Mi ribello all'idea di un partito come 'bad company' da rottamare, o di eterni ritorni". Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, aggiungendo: "Bisogna con coraggio e passione voltare pagina e ricostruire una speranza con nuove idee, energie e nuovi protagonisti, pensando al futuro dell'Italia e non a noi stessi. Gli italiani stanno iniziando a reagire alle follie di questo governo, ma noi non dobbiamo essere pigri o conservatori, dobbiamo cambiare. Anche per questo è importante un segretario eletto dalle persone nei gazebo, per riscoprire uno spirito collegiale e per affidare a un nuovo gruppo dirigente il compito di ricostruire un nuovo campo di forze competitivo per vincere".