L'ex ministro dell'Interno ha accolto l'appello di oltre 500 sindaci dem. "Io non sono uno sfidante renziano, lui ha perso e giustamente si è dimesso", avverte. Ora serve "connettere il riformismo al popolo"
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Marco Minniti ha deciso di candidarsi per la segreteria del Pd, "anche se la mia famiglia ha una piccola resistenza". L'ex ministro dell'Interno scende in campo, dice, "perché considero la mia una candidatura di servizio. Di una persona che ha ricevuto tanto dal suo partito, dalla sinistra e che sente ora di dover restituire qualcosa". Minniti ha risposto dunque all'appello che gli hanno rivolto oltre 500 sindaci del centrosinistra.
"Io non sono lo sfidante renziano - precisa in un'intervista a La Repubblica -. In campo c'è solo Marco Minniti". "Essendo stato tra chi non ha esagerato nel lodarlo quando era al potere, non ho alcun bisogno di prenderne le distanze. Renzi ha perso e si è giustamente dimesso assumendosi responsabilità che vanno anche oltre le sue. Il tema ora non è più questo, ma come salvaguardare il progetto riformista. Connettere il riformismo al popolo".
"So bene - aggiunge l'ex ministro - che le scorse elezioni sono state più di una sconfitta. C'è stata una rottura sentimentale con i nostri elettori. Questa è la sfida del Congresso. Io non cerco scorciatoie". Intervistato da Lucia Annunziata a "In mezz'ora in più", Minniti sottolinea: "Dobbiamo ricostruire il partito.
"Ora - prosegue - si parla di cambiare il nome del Pd, io sono uno dei massimi esperti di cambiamenti di nome ma se oggi dovessi dare un suggerimento il tema non è cambiare nome al Pd, il problema vero è cambiare radicalmente il partito, rivoltarlo come un calzino, una cosa complicata rispetto a cambiare il nome del partito. Io voglio rinnovare, mettere in campo persone capaci indipendentemente dalle correnti. Voglio scegliere il merito e non la fedeltà correntizia".
Minniti attacca poi l'esecutivo giallo-verde. "Il reddito di cittadinanza - afferma - sta dentro una manovra economica fondata su tre parole chiave: debito, condono e assistenza. Queste 3 parole non sono elementi di novità sono ricette del passato che ci hanno portato a sbattere, noi siamo isolati in Europa. L'Italia rischia di essere tagliata fuori dal bilancio dell'Eurozona. Il nostro isolamento è frutto del capolavoro di questa maggioranza di governo".