In risposta alle accuse di Emiliano: "Da Statuto il Congresso del partito non si può convocare prima di giugno"
"La scissione sicuramente non fa bene alla sinistra, la storia della sinistra è piena di scissioni che non hanno quasi mai bene agli scissionisti". Queste le parole del presidente del Pd Matteo Orfini a margine di un convegno a Roma. "Io credo", ha aggiunto, "che in questo momento il nostro popolo voglia unità, stiamo provando a praticarla. Veniamo da due giorni a Rimini in cui abbiamo discusso insieme con gli amministratori di tutte le anime del partito, sindaco, presidenti di regione, mi spiace che qualcuno invece di venire a discutere con noi abbia preferito andare in televisione ad attaccare, accusare, dire bugie, e provare a dividere il partito".
"Sulla legge elettorale vogliamo accelerare" - "Naturalmente noi vogliamo accelerare sulla legge elettorale in Parlamento e dare seguito all'invito del Presidente della Repubblica. Chiederemo alle altre forze politiche di discutere, abbiamo fatto una proposta. Partiamo dal Mattarellum e siamo disposti a verificare se ci sono altri partiti con cui trovare una condivisione larga. L'importante è che si garantisca che questa discussione abbia modalità e tempi certi". Lo ha sottolineato Matteo Orfini.
"Da statuto il Congresso del Pd non prima di giugno" - Rispondendo implicitamente alle accuse del governatore della Puglia Michele Emiliano sul fatto che Matteo Renzi "non dovrebbe puntare al voto anticipato bensì al congresso anticipato", Orfini ribadisce che "da Statuto il Congresso del Pd non si può celebrare prima di giugno". E spiega: "Noi possiamo convocarlo sei mesi prima della scadenza. La scadenza naturale è a dicembre, quindi al massimo lo si potrebbe convocare per giugno, prima il nostro statuto lo vieta".
D'Alema: "Spero che non si arrivi alla scissione" - "Spero che non si arrivi alla scissione", ma "se nella sinistra si formerà un nuovo partito sicuramente supererà il 10 % dei voti. Lo dico perché ho fatto fare delle ricerche". Lo dice Massimo D'Alema che aggiunge: "Una cosa è allearsi avendo una forza e potendo condizionare. Altra cosa è consegnarsi nelle mani di un gruppo dirigente", spiega. "Se si va alle elezioni con questa legge sostanzialmente 435 deputati saranno nominati dai capi partito, una mostruosità che il Parlamento dovrebbe correggere".
Boccia: "Chiarezza sul congresso o referendum iscritti" - "Questa classe dirigente del PD è politicamente scaduta, me compreso, il 4 dicembre, ma vedo molti colleghi di partito che vorrebbero restare incollati alle poltrone del Nazareno. Se da Renzi, segretario eletto nel 2013 e quindi in scadenza nel 2017, non arriveranno risposte chiare sul congresso che deve tenersi, per correttezza politica verso i nostri militanti, prima delle elezioni politiche, raccoglieremo le firme per un referendum tra gli iscritti del PD". Così Francesco Boccia del Pd. Ora più che mai penso sia opportuno ascoltare il giudizio della nostra base sul congresso prima delle elezioni politiche e sulle scelte fatte in questi quattro anni dalla segreteria Renzi su scuola, banche e lavoro".
Enrico Rossi lancia una petizione online "prima il Congresso" - Enrico Rossi lancia sul web una petizione per chiedere che l'assise del Partito Democratico si tenga prima delle elezioni. "Abbiamo bisogno di una discussione urgente e approfondita per elaborare un nuovo programma del Pd per l'Italia", dice. La sconfitta al referendum ha rivelato l'immagine di un Paese profondamente diviso: centro e periferie, inclusi ed esclusi, padri e figli. In questo contesto la strategia finora seguita dal nostro partito rischia di approfondire sempre di più queste fratture già gravi. Per Rossi la realtà italiana richiama in maniera preoccupante quello che sta avvenendo in tutto il mondo. La protesta si radica in bisogni reali e nasce da un capitalismo che non funziona. Essa però viene attualmente guidata da una destra nazionalista e xenofoba, che con la vittoria di Trump tenta di costruire un proprio ordine mondiale. Il Pd e il centrosinistra devono elaborare una nuova visione e un piano d'azione per fermare questo processo e riconquistare il consenso dei giovani, dei lavoratori e dei ceti popolari. Il Paese non ha bisogno di andare a votare subito, ma di essere governato. In particolare ha bisogno di una buona legge elettorale che duri nel tempo, tolga i capilista, abbia collegi più piccoli e rappresentativi e, come ha detto il Presidente della Repubblica, sia armonizzata tra entrambe le Camere. Per questo chiediamo che sia convocato e svolto prima del voto il congresso.