Il segretario Dem, che non andrà alle consultazioni al Colle, conferma che non si candiderà alle primarie: "Il mio ciclo è finito". Ma chiarisce: "Non faremo la stampella di Lega o M5s". Alle 15 la direzione
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"Il Pd non appoggerà nessun governo M5s o Lega. Abbiamo detto che non avremmo mai fatto un esecutivo con gli estremisti e per noi loro lo sono". Matteo Renzi, segretario dimissionario Pd, indica le strategie del partito per i prossimi mesi, in vista soprattutto delle consultazioni al Quirinale, alle quali non parteciperà. Comunque "io non mollo", chiarisce spiegando che intende dimettersi "da segretario del Pd, ma non lasciamo il futuro agli altri".
"Mio ciclo chiuso" - "Si è esaurito il mio ciclo alla guida Dem", spiega l'ex segretario che non farà le primarie né fonderà "un nuovo partito". "Il mio ciclo alla guida del Pd si è chiuso, non ho rimpianti, non ho rancori. Le mie dimissioni non sono un fake", sottolinea Renzi in un'intervista a Il Corriere della Sera. "Ho seguito le indicazioni dello Statuto e dunque sul nuovo segretario deciderà l'assemblea - dice. Rispetteremo la volontà di quel consesso. Sui nomi non mi esprimo; anche perché sono tutte persone con cui ho lavorato per anni". E ancora: "Io non parlo male di loro; li rispetto, li difendo. E se qualcuno ha cambiato idea su di me, è libero di farlo. Vedo in giro qualche fenomeno spiegare che abbiamo sbagliato tutto; però non riescono a dirci perché, nelle regioni che governano loro, il Pd è andato peggio della media".
Pd e alleanze - Sulle possibili alleanze afferma: "Non esiste governo guidato dai 5 Stelle che possa ottenere il via libera del Pd. Non è un problema di odio che i grillini hanno seminato. E non è solo un problema di matematica, visto che i numeri non ci sono o sarebbero risicatissimi. I grillini sono un'esperienza politica radicalmente diversa da noi. Lo sono sui valori, sulla democrazia interna, sui vaccini, sull'Europa, sul concetto di lavoro e assistenzialismo, di giustizia e giustizialismo. Abbiamo detto che non avremmo mai fatto il governo con gli estremisti, e per noi sono estremisti sia i 5 Stelle che la Lega. L'unico modo che hanno per fare un governo è mettersi insieme, se vogliono".
"I cittadini ci hanno messo all'opposizione" - Di Maio e Salvini "hanno il diritto e forse il dovere di provarci. I sovranisti hanno lo stesso programma su vaccini, Europa, immigrazione, burocrazia, tasse. Facciano il loro governo, se ci riescono. Altrimenti dichiarino il loro fallimento. Noi non faremo da stampella a nessuno e staremo dove ci hanno messo i cittadini: all'opposizione".
Renzi torna sulla sconfitta alle ultime elezioni: "Stavolta - e mi prendo la responsabilità - la linea era confusa, né carne né pesce: così prudenti e moderati da sembrare timidi e rinunciatari. Dopo un dibattito interno logorante, alcuni nostri candidati non hanno neanche proposto il voto sul simbolo del Pd, ma solo sulla loro persona".
Alle 15 direzione Pd - Renzi potrebbe in direzione non esserci e parlare tra un mese in assemblea, ma fino all'ultimo si riserva di cambiare idea. La reggenza del Pd passa intanto a Martina, che in direzione, prevista per le 15, annuncerà una gestione collegiale (in forme da definire) della travagliata fase di transizione. "Spetta a chi ha vinto la responsabilità del governo", dovrebbe dire Martina, ponendo il Pd all'opposizione. E la direzione dovrebbe approvare a stragrande maggioranza le sue parole, che potrebbero essere tradotte in un documento finale. Spunta intanto il nome di Graziano Delrio per la successione a Renzi, ma è una ipotesi tutta da verificare.