L'ex presidente dell'Emilia Romagna: "Non farò un nuovo partito"
"C'è bisogno di un nuovo campo del centrosinistra". Con queste parole Vasco Errani ha annunciato il suo addio al Partito democratico. "Non voglio fare un nuovo partito e non lo farò", ha detto l'ex presidente della Regione Emilia Romagna. "Vado in una nuova avventura, ma sono sicuro che non si tratta di un addio. Si tratta invece di provare a dare un contributo per ritrovarci in un nuovo progetto diverso da Ulivo e Pd, ma con quella ispirazione".
"Mi terrò lontano da rancori e veleni" - Riferendosi a Renzi, Errani ha detto: "Avrei apprezzato se avesse chiuso l'assemblea nazionale dicendo 'non sono d'accordo con voi, ma il progetto del Pd è più grande'. Un leader deve avere capacità di ascolto. So che le rotture portano rancori e veleni, ma io me ne terrò lontanissimo".
"La sinistra del Novecento - ha aggiunto - ha esaurito la sua funzione: dobbiamo reinventarci e studiare proposte nuove. Non basta parlare di riduzione dell'Irpef: dobbiamo contrastare le rendite, colpire le ricchezze che non hanno funzione sociale, domandarci quale funzione pubblica e quale welfare vogliamo". Temi, secondo Errani, su cui è mancato il dibattito all'interno del Pd: "Quando il segretario dice 'niente caminetti, la parola alle primarie', io mi chiedo se è questa l'idea di democrazia che abbiamo nel Pd".
"Non ho mai chiesto il Congresso" - "Non ho mai chiesto il Congresso perché pensavo fosse necessaria un'altra cosa", ha spiegato ancora Errani, sottolineando la sua contrarietà a "dare deleghe in bianco" al leader. "Non sono tra coloro che non hanno riconosciuto la leadership di Renzi. Io - ha precisato - la leadership di Matteo Renzi l'ho riconosciuta e ho lavorato intensamente per cercare una sintesi. L'ho fatto con fede, impegno, convinzione e sentimento. Il problema è che non siamo in tendenza con il Paese: parliamo tra noi e spesso non ci ascoltiamo".