I tre candidati che parteciperanno al voto del 3 marzo mettono subito le cose in chiaro per la loro campagna: abrogazione della legge Bossi-Fini e nessun accordo con il Cinquestelle
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"Il mio Pd si batte per l'abrogazione della legge Bossi-Fini che ha creato migliaia di irregolari e il decreto Salvini che sta facendo altrettanto", entra subito nel vivo Maurizio Martina, durante la Convenzione nazionale del partito a Roma. Lui, Nicola Zingaretti e Roberto Giachetti sono i candidati ufficiali che parteciperanno alle primarie del 3 marzo. E tutti hanno messo in chiaro il loro obiettivo: "combattere" la Lega, non allearsi con il M5s e voltare pagina.
"Mi sono stancato di dire che non intendo favorire nessuna alleanza con il M5S - tuona Nicola Zingaretti - io li ho sconfitti due volte, quindi imparasse a sconfiggerli chi mi accusa. Ma non prendiamoci in giro: se l'elettorato della Lega è un blocco unito dall'odio, c'è quello dei 5Stelle che è un coacervo di contraddizioni, di spinte diverse di tutto e il contrario di tutto, di tantissimi che erano nostri elettori e noi non possiamo non porci il problema di riconquistarli. Basta con la caricature tra di noi".
Davanti ai circa mille iscritti presenti, i tre candidati hanno proposto le linee della loro campagna in vista del 3 marzo. Maurizio Martina, sposta il dibattito all'esterno del Pd: i suoi avversari, tiene a precisare, non sono Giachetti e Zingaretti, ma Salvini, Di Maio, Berlusconi e "questo governo incompetente e bugiardo che sta portando il Paese in una crisi drammatica". Al ministro dell'Interno, in particolare, non fa sconti e minaccia una mozione di sfiducia: sul caso Diciotti ha "violato la legge nel fare il suo lavoro", sottolinea. La vicenda la conosce bene, è stato in prima linea a Catania così come qualche mese più tardi sulla Sea Watch. Si dice orgoglioso di essere stato presente in entrambe le occasioni, "in nome e per conto di una comunità, non come candidato ma come democratico: per rompere muro di ipocrisia". Il Pd a cui pensa è un Pd "di combattimento", intransigente sui valori e che "non avrà mai cedimenti nella difesa della democrazia rappresentativa".
Pur in un clima che ha evitato gli attacchi reciproci, Roberto Giachetti non ha rinunciato alla sua 'vis' polemica ironizzando sull'appoggio dato a Zingaretti da quasi tutti gli ex ministri di Renzi (Paolo Gentiloni, Marco Minniti, Dario Franceschini, Marianna Madia) e difendendo il lavoro precedente: "Mi rivolgo - ha detto - a Gentiloni, Franceschini, Madia. Noi difendiamo e rivendichiamo il lavoro fatto in cinque anni. Non stavamo noi al governo a fare riforme che rimarranno nella storia del Paese, e noi vogliamo andare avanti sulla vostra strada che qualcuno nelle mozioni che voi appoggiate vogliono cancellare".
I numeri. Con 88.918 voti, pari al 47,38%, Nicola Zingaretti è stato il candidato più votato; dietro di lui Martina con 67.749 voti (36,10%) e Giachetti con 20.887 (11,13%). Degli altri candidati, Francesco Boccia (4,02%) ha annunciato il sostegno a Zingaretti e Maria Saladino (0,70%) a Martina. Sferzante il più giovane dei concorrenti, Dario Corallo che non si è schierato.