Nel mirino dei pm c'è un ufficiale della Gdf, per lungo tempo a servizio dell'Antimafia. Le indagini sono partite da una denuncia del ministro Crosetto: "Si voleva condizionare la formazione del governo"
La Procura di Perugia sta indagando su presunti dossieraggi illeciti e ricatti nei confronti di politici, esponenti delle istituzioni, manager e vip. Nel mirino c'è un ufficiale della Gdf, per lungo tempo a servizio della Direzione nazionale antimafia, finito sotto inchiesta per "accesso abusivo a sistemi informatici". L'ipotesi dei pm è che venivano scaricati, senza autorizzazione, i dati di operazioni e conti correnti di centinaia di personaggi noti. Gli approfondimenti giudiziari, seguiti personalmente dal procuratore capo dell'ufficio giudiziario umbro Raffaele Cantone, sono partiti dopo una segnalazione del ministro della Difesa Guido Crosetto.
Come riporta Il Corriere della Sera e La Repubblica, gli approfondimenti giudiziari della Procura di Perugia riguardano una notevole mole di accessi abusivi effettuati dall'ufficiale della Guardia di finanza alla banca dati delle Sos, le segnalazioni di operazioni "sospette" che partono dalle banche e finiscono agli inquirenti.
La pubblicazione, nel corso del 2020, su diversi quotidiani di Sos che riguardavano personaggi di primo livello, come Matteo Renzi, Giuseppe Conte e Rocco Casalino, hanno destato i primi sospetti. Poi, nell'autunno scorso, il quotidiano Domani ha pubblicato un articolo sui guadagni percepiti tra il 2018 e il 2021 dal ministro Crosetto, il quale ha presentato un esposto per la divulgazione di dati che lo riguardavano. Per competenza il fascicolo, per il possibile coinvolgimento di magistrati in servizio a Roma, è stato trasmesso a Perugia.
"E' emersa l'esistenza di un tentativo di condizionare la composizione del nuovo governo attraverso l'acquisizione illecita e la diffusione strumentale di notizie false per attaccarmi. Un sistema di dossieraggio illegittimo", ha commentato Crosetto. "Attendo fiducioso gli accertamenti della magistratura su questa torbida vicenda", ha aggiunto. Ad oggi gli accertamenti dei magistrati del capoluogo umbro sono tutt'ora in corso nel massimo riserbo.
Il finanziere che ha ammesso gli accessi, dicendo che si trattava di una pratica abituale, era in forza alla Direzione nazionale antimafia, dove non lavora più ed è indagato per accesso abusivo a sistemi informatici. Dai primi accertamenti, secondo quanto riportato dai due quotidiani, è emerso che la sua attività non era motivata e supportata da richieste della magistratura. Non è escluso il coinvolgimento di altre persone che potrebbero aver avuto accesso ai dati delle Sos.