"Le nostre forze di polizia - sottolinea il ministro dell'Interno - sono apprezzate in Italia e nel mondo quali baluardi della democrazia". Tajani esprime il profondo sdegno del governo italiano per il report su Roma dell'organo contro le discriminazioni di Strasburgo
Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, torna sul rapporto dell'Ecri. L'organo anti-razzismo e intolleranza del Consiglio d'Europa aveva denunciato che in Italia le forze dell'ordine fanno "profilazione razziale durante le attività di controllo, sorveglianza e indagine, soprattutto nei confronti della comunità rom e delle persone di origine africana". "È incredibile che una organizzazione internazionale che dovrebbe tutelare i diritti umani, promuovere l'identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa possa fare simili affermazioni, del tutto destituite di fondamento", è stato il commento di Piantedosi.
"Le nostre forze di polizia sono apprezzate in Italia e nel mondo quali baluardi della democrazia, della difesa dei più deboli e della vicinanza ai problemi quotidiani dei cittadini", aggiunge Piantedosi a Il Corriere della Sera. E sul tema rimpatri afferma: "Noi riteniamo che aver fissato con norma primaria l'elenco dei 'Paesi sicuri' possa contribuire a una maggiore certezza applicativa di procedure importanti".
Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dato istruzioni al rappresentante Permanente d'Italia presso il Consiglio d'Europa, ambasciatore Roberto Martini, di esprimere il profondo sdegno del governo italiano per il rapporto stilato dal Consiglio d'Europa, nel quale si indicano le forze dell'ordine italiane come responsabili di "profilazione razziale". "Non condivido una parola di ciò che è stato scritto. Non esiste razzismo nelle forze dell'ordine italiane. Dobbiamo rispettare chi serve il Paese, lavorando giorno e notte per la sicurezza di tutti", dice Tajani.