Ricovero o day hospital

Umbria, il caso pillola abortiva Ru486: Speranza chiede un nuovo parere al Consiglio Superiore di Sanità

La richiesta del ministro dopo la polemica scoppiata per la scelta della Regione di vietare l'utilizzo del farmaco in day hospital

17 Giu 2020 - 17:42

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha chiesto un nuovo parere al Consiglio Superiore di Sanità in merito all'interruzione volontaria di gravidanza con il metodo farmacologico. L'ultimo parere sulle modalità di somministrazione della pillola abortiva Ru486 era stato espresso nel 2010 dal Css, che raccomandava il ricovero ordinario lasciando però, in ultima istanza, alle Regioni la possibilità di decidere sulle procedure.

La polemica scoppiata in Umbria La richiesta del ministro Speranza, alla luce delle più recenti evidenze scientifiche, è scaturita a seguito della polemica scoppiata in Umbria dove la giunta regionale di centrodestra ha introdotto la somministrazione della pillola Ru486 in regime di ricovero, vietando il day hospital. Proprio per questo motivo alcune deputate del Partito democratico si sono appellate al capo del dicastero di viale Ribotta chiedendo un intervento.

Le deputate Pd: "Operazione politica oscurantista" "La decisione della Regione Umbria di cancellare la delibera del centrosinistra che permetteva di effettuare l'aborto farmacologico con la Ru486 senza il ricovero in ospedale è una grave lesione dei diritti delle donne, mascherata dietro una inesistente esigenza sanitaria. L'operazione politica oscurantista messa in atto della presidente Donatella Tesei, spalleggiata dal senatore della Lega, Simone Pillon, intende rimettere indietro le lancette della storia e si inserisce in un quadro più generale da sempre perseguito dal partito di Salvini. Come donne e deputate del Partito democratico avvieremo una mobilitazione in Parlamento, presentando un'interrogazione parlamentare, e in tutto il Paese affinché venga respinta al mittente il tentativo di salto indietro", hanno affermato le parlamentari annunciando la presentazione di un'interrogazione.

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