La protesta dopo l'inchiesta sui rifiuti in Campania. Il governatore: "Per fermarmi devono spararmi in testa"
© ansa
Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, è stato obiettivo di un lancio di sacchetti della spazzatura a Pozzuoli, nel Napoletano, durante l'inaugurazione di un nuovo reparto all'ospedale S. Maria delle Grazie. A inscenare la protesta sono stati alcuni dimostranti che apparterrebbero a centri sociali della vicina Giugliano, e che hanno lanciato la spazzatura contro le autorità presenti sul palco.
Sarebbero una trentina gli attivisti, appartenenti al centro sociale Insurgencia, che ha lanciato dei sacchetti di rifiuti contro il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. I manifestanti sono stati allontanati dagli agenti della polizia dei commissariati di Pozzuoli e Giugliano in Campania. Sul posto anche i carabinieri. La protesta dopo il caso scoperchiato da Fanpage di un presunto giro "sporco" di rifiuti in Campania. Sulla vicenda indaga la Procura, nel mirino degli inquirenti anche il figlio del governatore campano.
"Non ci facciamo impressionare ed intimidire da queste imbecillità", il commento del governatore, che ha anche annunciato querele. "Queste - ha sostenuto - sono azioni di plebeismo e camorrismo. Tentativi di sabotaggio del nostro lavoro, messe in atto per fare provocazione. Coinvolti anche i miei familiari e mio figlio. Ho già detto a questi signori che se vogliono fermarmi devono spararmi alla testa".
De Luca è quindi tornato a fare riferimento all'inchiesta, spiegando che "è stato ingaggiato un camorrista, tale Perrella, che attraverso il commercialista di famiglia ha fissato con mio figlio un incontro. Nell'incontro doveva dire come ha detto solo due parole precise: ecoballe e 15%. Su questo hanno costruito tutta la vicenda. Mio figlio non c'entra. Questi sono squadristi che in piena campagna elettorale e a dieci giorni dalle elezioni hanno messo su un'azione infernale. Noi andremo avanti. Proseguiremo a testa alta per la nostra strada".
Sulla contestazione, invece, ritiene che sia "stata fatta un'azione solo per dare titoli alle agenzie e ai giornali su De Luca. Questi al 90% sono figli di papà che non sanno quello di cui parlano". Lui, invece, in gioventù ha "visto in faccia la camorra. Ad Angri sono sceso in piazza al fianco dei contadini per combattere i camorristi che volevano imporre il prezzo del pomodoro san Marzano. Abbiamo attuato blocchi stradali per impedire che il prezzo venisse imposto dai camorristi. Ci mandarono contro i camion. Resistemmo e ne uscimmo con i contadini vincitori".