Cancellate le leggi Orlando, Bonafede e Cartabia: fiducia alla Camera sul dl omnibus con la stretta sulle intercettazioni
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La Commissione Giustizia della Camera ha approvato come testo base sulla prescrizione la proposta di legge che ha come primo firmatario Pietro Pittalis (Forza Italia). Il testo di fatto cancella la riforma del 2019, proclamando il ritorno al sistema previsto dalla legge cosiddetta "ex Cirielli". Il relatore del provvedimento e deputato di Azione, Enrico Costa, ha votato insieme alla maggioranza.
Contrario invece, il voto di Pd, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra. "Come relatore delle proposte di legge sulla prescrizione ho proposto alla Commissione Giustizia della Camera il testo base presentato dal collega Pittalis che prevede il ritorno alla disciplina sostanziale dell'ex Cirielli, abrogando altresì l'improcedibilità in Appello e Cassazione", ha detto Costa. Ora inizierà il lavoro in Commissione con la presentazione degli emendamenti al testo base adottato, il provvedimento è atteso in Aula alla Camera il 27 ottobre. Poco prima, la Camera ha confermato la fiducia al governo sul dl omnibus, che contiene anche le norme sulle intercettazioni con 201 voti a favore, 125 contrari e cinque astenuti.
Il provvedimento cancella tutte le leggi precedenti in materia: la Orlando del 2017, la Bonafede del 2019, la Cartabia del 2021. La seconda, in particolare, prevedeva lo stop definitivo della prescrizione dopo la sentenza di primo grado sia essa di assoluzione o di condanna. La riforma Cartabia invece, introduceva la prescrizione processuale per gli altri gradi, fissando un termine temporale entro il quale avrebbero dovuto concludersi, altrimenti il processo si sarebbe estinto. I termini erano prorogabili rispettivamente di un anno e di sei mesi per reati gravi o processi complessi. Ora tutto ritornerà com'era prima dell'insediamento del governo Conte I.
"Sulla prescrizione è stata trovata una buona sintesi dalla maggioranza, scelto il testo base Pittalis. I punti certi sono il superamento della riforma Bonafede e Cartabia e il ritorno alla prescrizione sostanziale. Stara' poi nella fase degli emendamenti verificare se il testo finale somiglierà più alla riforma Orlando o alla Cirielli o a una formula che tenga conto dell'esigenza di ripristinare la prescrizione sostanziale e l'attenzione a non avere processi infiniti". Lo ha detto il presidente della commissione Giustizia della Camera Ciro Maschio, di Fratelli d'Italia, parlando con i giornalisti al termine della commissione.
"È una complessiva controriforma che ha un solo obiettivo: creare una giustizia classista in cui i potenti la fanno franca. Al di fuori del nostro Paese questa ostinazione del centrodestra sulla prescrizione è del tutto incomprensibile, nessuno capisce perché tradire per legge le vittime di reato e la loro pretesa di giustizia. I tempi ragionevoli dei processi si garantiscono con gli investimenti e le assunzioni, non con questo dibattito fuori dal mondo, come l'agenda politica del governo Meloni". Lo affermano i rappresentanti del Movimento 5 Stelle in commissione Giustizia alla Camera Stefania Ascari, Federico Cafiero De Raho, Valentina D'Orso e Carla Giuliano.
"In un Paese normale dove ci sono forze politiche responsabili non si parlerebbe di sovranismi ma di sovranità, di uno Stato che vuole far rispettare le regole a tutti. Che sovranità può rivendicare lo Stato italiano quando forze di maggioranza, addirittura supportate da forze dell'opposizione invece non vuole celebrare i processi? Noi ci opporremo". Lo afferma il leader M5s Giuseppe Conte parlando del provvedimento approvato in aula.
"Sulla prescrizione finalmente la destra ha fatto chiarezza: non siamo di fronte al ritorno della legge Orlando, ma al ripristino della Cirielli. E senza neppure aver valutato l'impatto della riforma Cartabia. Non c’è nessun interesse a ridurre la durata dei processi ma anzi il contrario. Ancora una volta si torna indietro sulle riforme della giustizia che ci hanno consentito di avere le risorse del Pnrr, che così mettiamo a rischio", sono le parole della deputata Pd Debora Serracchiani.