CENTRODESTRA E ITALIA VIVA VOTANO CONTRO

Prescrizione, maggioranza divisa in commissione: passa l'emendamento che sopprime il ddl Costa

Lo stop alla proposta è passato con 23 voti a favore contro 22: sì da Pd e M5s, no dal centrodestra e da Italia Viva. Il commento di Enrico Costa: "La maggioranza fa gol grazie all'arbitro"

15 Gen 2020 - 19:45

La commissione Giustizia della Camera ha approvato l'emendamento soppressivo alla proposta di legge Costa sulla prescrizione presentato dal Movimento 5 Stelle. L'emendamento è passato con 23 voti a 22. Pd e M5s hanno votato a favore, così come LeU. Contro invece si sono espressi l'intero centrodestra e Italia Viva, che ha votato in dissenso dalla maggioranza come annunciato.

La proposta di legge di Enrico Costa approderà in Aula il 27 gennaio, come pdl in quota opposizioni, ma appunto con parere negativo da parte della Commissione Giustizia della Camera.

Costa: "La maggioranza segna un gol con l'arbitro" La maggioranza "ha segnato un gol decisivo grazie all'arbitro, la presidente della Commissione, che finora non aveva mai votato, ma è solo il primo tempo. Il secondo si giocherà in Aula e siamo sicuri di poter ribaltare il risultato", ha commentato l'autore del testo Enrico Costa (Forza Italia). "Per noi è comunque un risultato politico significativo", ha aggiunto.

Bonafede: "Prendo atto della bocciatura" "Prendo atto che la proposta di Forza Italia sulla prescrizione è stata bocciata", ha invece affermato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. "Continuo a lavorare per garantire processi con tempi brevi e nei prossimi giorni manderò il nuovo testo della riforma del processo penale, sulla base di quanto emerso nell'ultimo vertice di maggioranza. I cittadini chiedono una giustizia più veloce ed efficiente e dopo l'ultimo vertice ci sono tutti i presupposti per dare finalmente una risposta concreta".

Renzi: "Siamo rimasti fedeli alla legge Orlando" - A spiegare la posizione di Italia Viva è il leader Matteo Renzi, che chiarisce: "Abbiamo votato per riportare in vigore la legge del governo Renzi redatta dal ministro della Giustizia, che si chiamava Andrea Orlando. Abbiamo votato per dire: non è possibile che ci sia un processo senza fine. Siamo rimasti fedeli alla legge Orlando".

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