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Primarie M5S, scaduti termini: tra i "big" solo Luigi Di Maio è uscito allo scoperto

Disimpegno ufficiale di Alessandro Di Battista. L'ala ortodossa guidata da Roberto Fico non parteciperà alla corsa. Alla fine escono allo scoperto altri sette candidati

18 Set 2017 - 23:01
 © lapresse

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Alle 12 di lunedì è scaduto il termine per presentare le candidature alle primarie sul candidato premier del M5s. Tra i "big" l'unico che è uscito allo scoperto è Luigi Di Maio. Alessandro Di Battista ha annunciato il suo passo indietro su Facebook: "Ho deciso di non candidarmi. Spiegherò, a Rimini, le mie ragioni". Alla fine i candidati alla premiership sono otto (Di Maio compreso) ma di questi sei sono praticamente sconosciuti.

La lista dei candidati - Saranno in otto a partecipare alle votazioni sulla piattaforma Rousseau per eleggere il candidato premier del M5s. Questo, scrivono sul blog, dopo le opportune verifiche. Ecco quindi la lista provvisoria dei candidati: Cicchetti Vincenzo, Di Maio Luigi, Fattori Elena, Frallicciardi Andrea Davide, Ispirato Domenico, Novi Gianmarco, Piseddu Nadia e Zordan Marco.

Di Maio: "Parleremo a Italia 5 Stelle a Rimini" - "Io della questione della candidatura a premier ne parlo solo a Italia 5 Stelle, per ora sono impegnato in Sicilia per sostenere Giancarlo Cancelleri a governatore". Lo afferma ai giornalisti Luigi Di Maio a margine di un incontro, avvenuto a Catania, per sostenere il candidato M5s alla Regione Sicilia. "Dobbiamo vincere in questa Regione e come primo atto dobbiamo tagliare vitalizi e stipendi. Di tutto il resto parlerò sabato a Italia 5 Stelle. Parleremo tutti lì", ha concluso.

Di Battista: "Sono sicuro che la mia scelta è quella giusta" - "Tra poco si inizierà a votare e invito alla massima partecipazione. A colui che sarà candidato faccio un grande in bocca al lupo ricordandogli che avrà un compito meraviglioso: quello di portare avanti il programma votato da migliaia di iscritti. Ringrazio tutte le persone che in queste ore mi hanno scritto chiedendomi di candidarmi. È meraviglioso avere tutto questo sostegno. Allo stesso tempo sono sicuro che la mia scelta sia quella giusta. A riveder le stelle!", ha spiegato il deputato M5s sulla sua pagina di Facebook.

Sibilia si era fatto da parte dopo la candidatura di Di Maio - Un altro potenziale avversario di Di Maio, Carlo Sibilia, si era fatto da parte augurando "in bocca al lupo" a chi correrà alle primarie e richiamando il Movimento delle origini subito dopo la candidatura del vice presidente della Camera. "Chiunque di noi sarà scelto dalla rete ha già una strada tracciata ben chiara: si chiama programma - aveva affermato Sibilia -. Questa persona sarà un pezzo di un'orchestra dove il direttore è il popolo".

L'ala ortodossa non partecipa alle primarie - Non presentarsi alle primarie per la candidatura a premier del M5S e far apparire Luigi Di Maio plasticamente come un "highlander": è la linea preponderante che emerge, alla scadenza del termine per la candidatura, nell'ala interna al M5S. Una linea che implica la rinuncia a presentarsi di tutti i "big" ortodossi, a cominciare da Roberto Fico e Nicola Morra. Fico, peraltro, era atteso all'hotel Forum dove da domenica sera soggiorna Beppe Grillo ma, al momento, non si è ancora palesato. Sulla scelta di Fico di non presentarsi, tra gli ortodossi, nessuno ha dubbi. "Roberto è una persona di parola", spiega un esponente M5S. 

M5s su Facebook: "No a primarie fiction, noi democratici" - "I giornali volevano delle primarie fiction, noi gli abbiamo dato la realtà. Questo fa il M5s: dare l'opportunità a chiunque di farsi Stato ed occuparsi della cosa pubblica. E' il principio base della democrazia diretta". E' quanto scrive su Fb il M5s. "Le primarie del Pd servono a pesarsi e poi a riposizionarsi dentro al partito e nelle correnti. E' una fiction, ma contenti loro. Da noi questo non esiste, questa mentalità non ci appartiene".

Beppe Grillo a Roma - Da domenica sera Beppe Grillo è a Roma per incontrare i "big" pentastellati dell'ala ortodossa come Roberto Fico e placare il dissenso per la regola secondo cui il vincitore delle primarie sarà il capo politico del M5S, ruolo finora tenuto da Grillo.

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