Grillo annuncia l'espulsione: "Violati i nostri principi, noi non siamo un Pd qualsiasi". Il premier: "Non si dimetta". Fico, Di Maio e Di Battista: "Mai saputo di ricatti"
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Il sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo, è stata esplusa dal M5S. "E' dovere di un sindaco del Movimento 5 stelle denunciare immediatamente e senza tentennamenti alle autorità ogni ricatto o minaccia che riceve - si legge in un post sul blog di Beppe Grillo -. Per questo il sindaco di Quarto è stata raggiunta da un provvedimento di espulsione dal M5S per grave violazione dei suoi principi". Ma lei non si arrende e decide di non dimettersi.
Rosa Capuozzo non si dimette - Dopo l'espulsione, il primo cittadino di Quarto ha deciso di rimanere al suo posto. "Il sindaco - spiega un comunicato letto da un consigliere comunale M5S, Gianluca Carotenuto, davanti alla sede del Comune - nonostante la sua espulsione decretata stamattina dal Movimento Cinquestelle, e il gruppo di consiglieri di maggioranza sono decisi a continuare". "Al di là dei colori politici - prosegue il comunicato - il nostro prioritario senso di responsabilità verso i cittadini ci impone di continuare ad amministrare con coscienza ed onestà il nostro territorio come fatto fino ad oggi".
Renzi: "M5S non ha monopolio morale" - Secca replica del premier alle parole di Grillo, il quale aveva motivato l'esplusione spiegando che "siamo il MoVimento 5 Stelle e non un Pd qualsiasi". "La vicenda di Quarto - sottolinea il premier - dimostra che M5S non ha il monopolio della morale". Secondo il presidente del Consiglio, la Capuozzo non dovrebbe lasciare: "Io sono per il garantismo più totale, in un paese civile è un valore. Non si capisce bene se qualcuno era a conoscenza di ciò che stava accadendo e ha preferito tacere".
Le intercettazioni: "Ricatta, ricatta..." - Nel messaggio sul blog, Grillo ricostruisce quanto accaduto nel Comune del Napoletano riportando le telefonate intercettate tra la Capuozzo e i consiglieri comunali Concetta Aprile e Alessandro Nicolais: "L'urbanistica e lavori pubblici oltre al Puc (Piano urbanistico comunale): queste sono le tre cose a cui mira e sta sclerando e sta facendo sclerare, perché scalcia scalcia ma non sta ottenendo niente, ricatta ricatta ma non ottiene niente perché io vado come un muro, non me ne frega più niente ormai". E ancora: "Io ho lottato per... con minacce per la casa... io ho detto... ma smantellatemi questa c... di casa, non faccio un passo indietro, ho subito minacce per qualsiasi cosa".
Fico, Di Maio e Di Battista: "Mai saputo dei ricatti" - "Io e Luigi Di Maio non abbiamo mai saputo di nessun ricatto, minaccia o scambio tramite minaccia per ottenere qualcosa. Sono cose di cui siamo all'oscuro. Se l'avessimo saputo avremmo optato per una denuncia". Lo afferma Roberto Fico nel corso di una diretta streaming su Facebook insieme ad altri due membri del direttorio M5S, Di Maio stesso e Alessandro Di Battista. I due dirigenti rispondono al tweet del presidente del Pd Orfini che aveva scritto "Grillo espelle il sindaco di Quarto perché non ha denunciato le minacce. Ma lei aveva avvertito Di Maio. Attendiamo a breve l'espulsione di Di Maio".
La motivazione dell'espulsione - Di seguito arriva la motivazione dell'espulsione: "La camorra a Quarto ha perso perché non è riuscita a incidere in alcun modo sull'amministrazione e tutte le richieste pervenute sono state rimandate indietro duramente. Ma dalle parole di Rosa Capuozzo è evidente che si è trattato di un caso di ricatto da parte dell'ex consigliere Giovanni De Robbio, al contrario di quanto da lei stessa sostenuto nelle sue dichiarazioni pubbliche e di quanto riferito ai membri del M5S nei diversi incontri avuti, in cui ha parlato di semplici pressioni politiche".
"Doveva denunciare le minacce" - "Capuozzo doveva denunciare le minacce perché noi siamo geneticamente diversi dai partiti che invece di sbattere la porta in faccia alla criminalità organizzata, come fatto a Quarto, la fa accomodare e sedere al proprio tavolo per spartirsi la torta. E la nostra differenza sta proprio nel non predicarla solamente, l'onestà, ma nell'applicarla giornalmente".
Infine si cita il giudice antimafia Borsellino: "Come diceva Paolo Borsellino in riferimento alla necessaria pulizia da fare all'interno dei partiti, non bisogna soltanto essere onesti, ma apparire onesti, al di fuori di ogni dubbio e al di sopra di ogni sospetto".