"Crisi gestita male e l'economia è ferma"

Quattro sinistre unite solo per il potere: Berlusconi chiude le porte al governo

"La maggioranza che sostiene l'esecutivo è molto diversa da noi", dice il leader di Forza Italia che esclude qualsiasi sostegno azzurro a Conte. E sulla crisi: "Serve uno shock fiscale per far ripartire il Paese"

24 Mag 2020 - 13:19
 © Da video

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"Un milione di lavoratori autonomi che non hanno ancora visto i 600 euro promessi dal governo, tre milioni di dipendenti che aspettano ancora la cassa integrazione mentre quasi nessun imprenditore ha ricevuto i prestiti garantiti dallo Stato".  Sono questi i veri numeri della crisi, secondo Silvio Berlusconi, che da politico e da imprenditore analizza i fattori principali della Fase2 in un Paese che non riesce a riprendersi dall'emergenza Covid.

La Festa della Repubblica - "Le critiche sono nei fatti - dice l'ex premier in un'intervista al quotidiano Qn - eppure mai come in questo momento il fattore tempo è fondamentale. Come è fondamentale uno shock fiscale per far ripartire l’economia, con la flat-tax e il congelamento di ogni tassazione per tutto il 2020". Berlusconi parla anche della prossima festa del 2 giugno e della manifestazione annunciata dal centrodestra: "Sentivo e sento la responsabilità di evitare rischi per non dare un cattivo esempio agli italiani che già hanno dovuto subire una rinuncia per il rinvio della tradizionale parata delle Forze Armate - precisa - perciò ho chiesto di strutturare la manifestazione in una serie di atti puramente simbolici, evitando ogni possibilità di assembramento: un semplice “gesto” per far sentire agli italiani in difficoltà che siamo loro vicini, che possono contare su di noi"

L'analisi economica - Il leaedr azzurro torna anche sulla questione degli aiuti Ue, fondamentali in questo momento di piena crisi: "Le nostre posizioni sull’Europa sono coerenti con la nostra cultura liberale, cristiana, garantista ed europeista - sottolinea - proprio per questo, da opposizione responsabile, nell’emergenza abbiamo tenuto quel comportamento. Ma il governo delle quattro sinistre è del tutto incompatibile con noi e inadeguato per il Paese", conclude, sbarrando definigtivamente la porta al governo Conte.  "Senza l’Europa sarebbe molto difficile uscire dalla recessione innescata dalla pandemia - chiarisce Berlusconi  che allarga l'analisi a uno scenario internazionale - ma soprattutto bisogna che l’Europa metta insieme le sue forze, economiche, politiche e militari, per rinsaldare la solidarietà dell’Occidente, il legame con gli Stati Uniti e ricuperare un rapporto di alleanza e non di competizione con la Russia".

Il caso Bonafede - Infine, il caso Bonafede, e il commento su quanto è avvenuto durante la votazione delle mozioni di sfiducia in Parlamento. "Renzi, accettando di lasciare in via Arenula un ministro come Bonafede - osserva l'ex premier - ha fatto prevalere la sua convenienza politica sulle sue “tendenze” liberali e garantiste. Peccato". E sempre sulla politica interna, Berlusconi si dice moto ottimista sulla tenuta del partito da lui fondato: "Ho visto un sondaggio riservato - rivela - che dà Forza Italia in crescita, avviata a ritornare alle percentuali del passato. Posso solo aggiungere che tutti i riscontri che mi vengono da tante parti d’Italia sono molto positivi.

L'impegno politico - L'ultima domanda riguarda la vita privata e la tentazione di lasciare quell'impegno politico che lo vede in campo dal 1994 ma la risposta del Cavaliere non si fa attendere: "Non ci penso e non ci ho mai pensato - dice senza esitazioni - a partire dai primi anni novanta ho sempre sentito forte dentro di me la responsabilità di fare ciò che era nelle mie possibilità per gli italiani e per il mio Paese. Nel ’94 questo senso di responsabilità mi ha fatto lasciare tutte le cariche che avevo nelle mie aziende per scendere in campo e salvare l’Italia dal comunismo. Anche oggi, con questo governo delle quattro sinistre, il pericolo – naturalmente in forme diverse - è tornato attuale e quindi io sento di dovermi impegnare ancora affinché l’Italia rimanga una democrazia occidentale".

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