Mercoledì terza fumata nera: calano le schede bianche, arrivano 125 voti per il Mattarella-bis, 114 preferenze a Crosetto
L'intesa per l'elezione del Presidente della Repubblica resta lontana e anche giovedì, con il quorum che scende a quota 505, sembra prospettarsi una nuova "chiama" senza risultato. Dopo la terza "fumata nera", nel giorno che doveva essere quello del "conclave", le ore vengono scandite da una girandola di riunioni che si chiude con un nulla di fatto.
Letta: "Non ci sarà un presidente di destra" Enrico Letta riunisce i grandi elettori dem a cui ribadisce la sua soddisfazione per avere stoppato l'ipotesi di una "forzatura" del centrodestra sul nome di Elisabetta Casellati e indica venerdì come possibile giornata della 'fumata bianca', lasciando intendere che uno dei nomi per l'accordo largo potrebbe essere Pierferdinando Casini. Il segretario Pd rivendica la "fermezza" grazie alla quale "non ci sarà un presidente di destra". Poi si sbilancia nella previsione: "Qualunque presidente voteremo venerdì, l'obiettivo più grande lo avremo raggiunto: tramontata la candidatura di parte, si negozierà infatti un nome non di parte e autorevole".
Slitta il vertice di centrodestra Un vertice di centrodestra, inizialmente in programma alle 22:30, slitta a giovedì mattina alle 8:30. Ufficialmente, spiegano fonti della coalizione, perché "Antonio Tajani rientrerà da Milano" dove "si è recato in visita da Silvio Berlusconi, solo in tarda serata". Però potrebbe pesare anche la difficoltà a trovare una quadra sull'accordo.
L'ipotesi Casini In giornata si era diffusa anche l'ipotesi di un vertice di maggioranza notturno ("Ci hanno pre-allertato per le 3", rivelava un importante esponente di centrodestra davanti a un aperitivo), per chiudere un accordo. Il primo nome sul tavolo sarebbe quello di Pierferinando Casini, caldeggiato soprattutto da Iv e centristi. Ma quel che al momento appare molto probabile è che anche domani sarà fumata nera.