Berlusconi verso lo scioglimento della riserva entro domenica. Il leader della Lega sta sondando i big dei partiti. Ma Letta puntualizza: "Serve un nome condiviso non di centrodestra"
Matteo Salvini e Giuseppe Conte hanno avuto un incontro definito "cordiale", secondo una nota della Lega. Il leader del Carroccio e quello del M5s hanno parlato della prossima elezione del presidente della Repubblica e del futuro del governo. Sul tema del Quirinale Salvini ha ribadito che il centrodestra è e resterà compatto in tutte le votazioni. L'incontro tra i due, avvenuto in centro a Roma, è durato un'ora.
Salvini ha incontrato anche il presidente di "Noi con l'Italia", Maurizio Lupi. "Se Berlusconi si ritira, o meglio, scioglie la riserva per il Quirinale deve essere chiaro che il nome lo sceglieremo ancora una volta tutti insieme", ha puntualizzato Lupi.
Il leader della Lega, fanno sapere fonti del partito, starebbe sondando i big dei partiti su candidati di centrodestra. Nulla di definitivo ma un modo per il leader della Lega per capire il gradimento su alcuni profili di area centrodestra.
Berlusconi, verso scioglimento riserva entro domenica Berlusconi sembrerebbe orientato a sciogliere entro domenica la riserva sulla sua candidatura al Quirinale. Il leader di Fi giovedì non avrebbe partecipato a riunioni e non è ancora chiaro se ci sarà o no un vertice con gli altri leader del centrodestra entro il fine settimana. Ma, appunto, la decisione sulla candidatura dovrebbe essere comunque comunicata formalmente prima dell'inizio delle votazioni previste lunedì alle 15.
Letta: serve nome condiviso non di centrodestra "Eleggere il presidente della Repubblica questa volta è particolarmente difficile. Dobbiamo trovare un accordo su un nome super partes", ha ribadito il segretario del Pd, Enrico Letta, precisando che "di fronte all'assalto al Colle del centrodestra abbiamo dovuto trovare un equilibrio fra respingere l'assalto e tenere un canale di comunicazione, per un nome condiviso e non di parte, quindi non un nome di centrodestra".
In serata dal Pd hanno fatto sapere che "l'aspettativa che si sta creando per l'annuncio dell'endorsement di Berlusconi su nomi di centro destra a seguito della sua attesa rinuncia non è una questione che ci riguarda. Riguarda forse il centrodestra, non noi. Siccome tutta l'ipotesi di assalto al Colle da parte del centrodestra è stata costruita sulla fake news che i numeri dessero loro un diritto di prelazione, noi ribadiamo l'indisponibilità a prestarci a questo gioco. Non voteremo un candidato di centrodestra. Voteremo un presidente super partes, come i numeri di questo Parlamento senza maggioranza impongono".
Draghi al Quirinale Uno dei candidati forti resta sempre Draghi, su cui sembrerebbe puntare ora anche il M5s. Draghi mercoledì ha avuto una serie di incontri (Mattarella, Fico, Cartabia, Messa, Guerini) che, al di là delle dichiarazioni di facciata, indicano probabilmente un lavoro "diplomatico" per avvicinarsi a una intesa. In questo senso deve essere vista anche la riunione dei grandi elettori del Pd, convocata da Letta per domenica pomeriggio. Ma se Draghi va al Colle, resta sempre l'incognita di chi potrebbe poi essere il nuovo premier a guidare una maggioranza eterogenea.