La lettera-denuncia dell'onorevole eletta nel 2018 con il M5s e passata poi al partito di Giorgia Meloni: "Accusata di una relazione clandestina che mi avrebbe fatto avere la candidatura"
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Rachele Silvestri, deputata passata dal Movimento 5 stelle a Fratelli d'Italia, accusa: "Sono stata costretta a fare il test di paternità per mio figlio. Dicevano che era di un politico FdI" e non del suo compagno. E racconta, in una lettera al "Corriere della Sera", una vicenda che, secondo le sue parole, dimostra che "la becera realtà arriva a superare anche la più fervida fantasia".
Nella sua lettera, Silvestri spiega di essersi candidata nel 2018 alle politiche con il Movimento 5 stelle e di aver aderito a Fratelli d’Italia in seguito a una "scelta di cuore e di ragione, perché col partito di Giorgia Meloni condividevo da tempo le idee e il coraggio". Sottolinea che all'epoca "i sondaggi davano FdI su valori ben lontani da quelli attuali" per chiarire che "la mia scelta non fu basata su calcoli elettorali" spiegando che "se sono stata inserita nelle liste delle elezioni politiche dello scorso anno, è per il lavoro e l'impegno profusi in commissione e in aula".
Poi, dopo la nascita di suo figlio, cominciano a girare le voci: il padre di quel bambino non sarebbe il compagno di Silvestri ma un politico molto influente di FdI, sposato. "Mio figlio sarebbe nato da una relazione clandestina, grazie alla quale io avrei anche ottenuto la mia candidatura - scrive ancora nella lettera -. Riuscite soltanto a immaginare come mi sono sentita? Non bisogna essere una donna per capire lo schifo, la violenza, l'umiliazione. Mi chiedo: ma in quanti modi il corpo di una donna può essere violato, calpestato, abusato? In nome di cosa è giustificabile la violenza su un bambino appena nato?".
La deputata aggiunge di non sapere chi abbia messo in giro queste voci. Poi fa il test, che rivela come il padre sia il compagno della donna, Fabio. E conclude con le parole del premio Nobel per la pace Elie Wiesel: "Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci. La neutralità favorisce l'oppressione, mai la vittima".