Renzi: "Occasione persa per il terzo polo". Il leader Dem: "Porte aperte anche a lui". Il centrodestra apre la partita dei collegi
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Il Pd e Azione con +Europa hanno raggiunto l'accordo. Dopo giorni di tira e molla, veti e ultimatum, Enrico Letta, Carlo Calenda e Benedetto Della Vedova hanno firmato il patto, al termine di una riunione alla Camera durata due ore. Un'intesa "elettorale per essere vincenti nei confronti della destra", ha detto Letta. "Oggi si riapre la partita", ha ribadito Calenda. Per Giorgia Meloni l'alleanza "fa chiarezza sulle forze in campo alle prossime elezioni: a misurarsi con il centrodestra ci sarà la solita sinistra. Finisce la storiella di Azione partito moderato, alternativo alla sinistra tutta tasse, assistenzialismo e nemica del ceto produttivo".
Conte: "In bocca al lupo alla nuova ammucchiata" - Il senso dell'alleanza è stato riassunto da Letta: "Non è immaginabile che, dopo Draghi, il Paese passi al governo delle destre e sia guidato da Giorgia Meloni". E Calenda: "L'accordo elettorale riapre la partita. Tutti i punti che avevamo chiesto a Letta sono stati recepiti. I voti di Azione non andranno a chi ha sfiduciato Draghi". Caustico Giuseppe Conte: "Finalmente è finita la telenovela. In bocca al lupo alla nuova ammucchiata".
Tensione con Sinistra Italiana e Verdi - La firma dell'alleanza ha però subito prodotto uno smottamento: Sinistra Italiana e Verdi chiedono "di verificare se ancora ci siano le condizioni di un'intesa elettorale". Letta incontrerà Fratoianni e Bonelli mercoledì pomeriggio al Nazareno.
Cosa prevede l'intesa - L'intesa prevede che nessun segretario di partito e nessun fuoriuscito da FI e M5s possa essere candidato nei collegi uninominali. Per questo morivo il Pd ha offerto un posto nei listini proporzionali della sua lista Democratici e progressisti "ai leader di partiti e movimenti che entreranno a far parte dell'alleanza": è il cosiddetto diritto di tribuna. L'opportunità può tentare chi guida forze che rischiano di non il 3% e quindi di non avere eletti. In Transatlantico, sono venuti subito in mente Bruno Tabacci e Luigi Di Maio, fondatori di Impegno civico.
Renzi: "Occasione sprecata per il terzo polo" - E infatti, nel pomeriggio il ministro degli Esteri ha incontrato Letta, seminando scompiglio nei parlamentari che lo hanno seguito nell'uscita dal M5s: "Se accetta il diritto di tribuna ci abbandona e Impegno civico salta", commentava un deputato. Non pare che il Pd abbia fatto l'offerta a Matteo Renzi. Malgrado sia Letta sia Calenda ufficialmente dichiarino che non ci sono veti, il leader di Iv è intenzionato a correre da solo, al centro: "Sono molto dispiaciuto, perché questo accordo fa sprecare un'occasione: poteva nascere un polo riformista che aveva le carte in regola per arrivare al 10%".
Il centrodestra al lavoro su collegi e programma - Il centrodestra, forte anche di sondaggi sempre più lunsighieri, apre intanto la partita dei collegi, andando avanti in parallelo anche sulla stesura del programma. Il lavoro dei tavoli va avanti rapidamente: nel pomeriggio il primo incontro sulle candidature. Mercoledì mattina una riunione tecnica per esaminare i nuovi collegi alla luce del taglio dei parlamentari. E nel pomeriggio un'altra riunione politica.
Presentato il simbolo per il voto dall'estero - Nel frattempo gli sherpa dell'alleanza, al lavoro sul programma, hanno stabilito a tempi di record il metodo su come stilare il testo comune. La decisione condivisa sarebbe quella di scrivere un breve preambolo politico, un cappello generale. Quindi mettere nero su bianco una sorta di "Capitolo Zero", dedicato alle emergenze imemdiate con misure ad hoc, da quella sul caro bollette a quella del sostegno alle imprese. Infine, il programma vero e proprio, composto di dieci punti. Si è riunito anche un tavolo per stabilire le candidature nei collegi all'Estero, dove il centrodestra si presenterà con un simbolo unitario, presentato via social da Silvio Berlusconi.
Il progetto di Berlusconi - Proprio Berlusconi è tornato a parlare in un video diffuso sui social. "La nostra Italia - ha detto - avrà tasse più basse, meno vincoli burocratici, una giustizia imparziale che tutelerà i cittadini. Si prenderà cura dei più deboli, e darà un futuro certo ai nostri giovani. L'Italia della sinistra invece, se vincesse, sarà peggiore di questa di oggi, che tasserà le nostre case, i nostri risparmi".
"Dopo 28 anni sento il dovere di tornare in campo" - "Sarà un'Italia - ha aggiunto - che continuerà a soffocare nella burocrazia e sarà bloccata da una infinità di veti che hanno frenato cantieri, infrastrutture e anche gli impianti, rendendoci totalmente dipendenti dall'estero per l'energia. Una dipendenza che è diventata un forte costo per le famiglie e che ha ostacolato l'attività delle imprese. Non saranno due Italie uguali. Scegliere il nostro modello è per un'Italia davvero migliore, più prospera, più libera, più giusta. Per queste ragioni ho sentito il dovere, dopo 28 anni, di restare in campo".