La governance non sarà più inserita nella Manovra per evitare un'impasse, ma la tensione è alle stelle: prove di "alleanza" tra Italia Viva e Forza Italia
E' stato rinviato il Consiglio dei ministri per continuare l’esame del Recovery Plan e della task force sull’attuazione dei progetti. Uno stallo dovuto a Italia Viva, che minaccia di mandare tutto all'aria per la cabina di regia governativa sul Recovery Fund (nella quale non ha rappresentanti) e sulla struttura di commissari per la supervisione dei progetti da finanziare con i 209 miliardi di euro in arrivo dall’Unione Europea. Renzi: "Temo la rottura". E Tajani lo spalleggia: "Accetto la sfida, a Renzi dico 'lavoriamo insieme'".
A complicare la riunione di lunedì, sospesa per ben due volte, la positività del ministro Luciana Lamorgese che era seduta accanto a Bonafede e a Di Maio, ora entrambi in autoisolamento. Al termine del Cdm, si era intravisto uno spiraglio, che comprendeva i contorni di un decreto ad hoc sulla contestata cabina di regia del Recovery. Decreto che dovrebbe sostituire il possibile emendamento alla Manovra, che Iv non avrebbe votato. Ma nella riunione tecnica per il pre-Cdm di martedì i renziani hanno detto "no" anche a questa soluzione.
L'incognita accordo sul Piano di Ripresa e Resilienza Il tutto sotto la massima vigilanza del Colle, che - se nei giorni scorsi aveva fatto sapere che un'eventuale bocciatura tutta italiana alla riforma del Mes avrebbe comportato una crisi di governo con una probabile fine anticipata della legislatura - oggi appare molto preoccupato dello "sfilacciamento" della maggioranza in un momento così delicato per il Paese. Con o senza il sì alla riforma del Mes. La strategia del premier per uscire dallo stallo pre-crisi potrebbe essere questa: approvare in un nuovo Cdm il Piano di Ripresa e Resilienza nei suoi contenuti, sui quali - spiegano fonti di governo - anche in Iv sarebbero emerse poche perplessità.
Boschi: "Rottura? Spero di no ma temo di sì" - Il capogruppo Italia Viva alla Camera Miria Elena Boschi sottolinea i contrasti in maggioranza e al "Corriere della Sera" ha dichiarato: "Noi abbiamo chiesto da mesi di discutere in Parlamento del Recovery Fund. E abbiamo promosso una discussione interna alla maggioranza. Italia viva chiede, pubblicamente, un dibattito alla luce del sole. Il premier ha fatto un'intervista sabato per dire che aveva già deciso tutto, che si sarebbe creata una governance con 300 consulenti, che i progetti erano già stati predisposti con commissari in grado di avere poteri sostitutivi rispetto ai ministeri. Noi non stiamo sfidando il premier, stiamo solo difendendo le istituzioni di questo Paese: non abbiamo voluto dare i pieni poteri a Salvini, non intendiamo darli a Conte". Rischio rottura? Risposta in coro con Renzi: "Spero di no, temo di sì".
Cabina di regia, previsto un terzo Cdm Sembra intanto possibile che il premier attenda prima di incassare il sì dell'Aula mercoledì - incluso quello dei renziani - per poi procedere a un terzo Cdm sul decreto sulla task force del Recovery. Di certo tramonta l'ipotesi di inserire la cabina di regia in legge di Bilancio. Iv non avrebbe mai votato l'emendamento e anche il presidente della Bilancio della Camera, Fabio Melilli, aveva espresso più di una perplessità. Resta da vedere se, quanto e come cambierà il Comitato esecutivo e la struttura dei responsabili di missioni prevista dalla bozza del Recovery Plan entrata in Cdm.
Tajani: "Accetto la sfida di Renzi, lavoriamo insieme" - Un'ulteriore accelerata alle tensioni nella maggioranza è arrivata anche da Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia: "Matteo Renzi ha ragione, io accetto la sfida, sono pronto a mettere a disposizione la mia esperienza europea per il bene del Paese e per renderlo competitivo. Sono d'accordo nel mettere insieme le nostre energie" per il Recovery Plan" ha dichiarato. Intervenendo al convegno "Il Mes spacca Italia" Tajani ha anche aggiunto: "Ben venga una bicamerale, un luogo in Parlamento per trovare le soluzioni migliori".