Il sì compatto dei 28 europarlamentari del Carroccio al Recovery fund segna un vero e proprio ribaltamento rispetto alle precedenti astensioni leghiste e rompe il fronte sovranista
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Al Parlamento Ue la Lega ha votato compatta a favore del Recovery Resilience Facility "per dare concretezza alla fase nuova che sta per iniziare". Gli europarlamentari leghisti Marco Zanni e Marco Campomenosi hanno spiegato il voto dicendo di aver "preso atto dell'impegno che non ci sarà alcun aumento della pressione fiscale, che la stagione dell'austerity è finalmente archiviata e che si ridiscuteranno i vecchi parametri lacrime e sangue".
Una svolta inimmaginabile fino a qualche giorno fa, che rompe il fronte sovranista a Bruxelles con conseguenze ancora tutte da esplorare negli equilibri tra i gruppi dell'Europarlamento. Era stato lo stesso Salvini a dettare la linea alla delegazione leghista a Bruxelles in videoconferenza dopo il faccia a faccia con Draghi a Roma nel secondo giro di consultazioni. "Il nostro obiettivo - è stato il messaggio dell'ex ministro dell'Interno - è che l'Italia torni protagonista in Europa, ci interessa che si faccia l'interesse nazionale. Siamo in Europa per cambiare alcune regole europee che lo stesso Draghi ha riconosciuto non corrispondere allo spirito del tempo. Non stiamo in Europa per cambiare magliette, guardiamo alla sostanza".
Il voto favorevole di stasera segna un vero e proprio ribaltamento rispetto alle precedenti astensioni leghiste, fatta eccezione per l'unico sì al programma ReactEu. La Lega si allinea così a Pd, M5S, Forza Italia e Italia Viva, che hanno confermato il loro assenso al meccanismo di governance del Recovery, e rompe con Fratelli d'Italia, che ha scelto invece l'astensione. Ma soprattutto entra in rotta di collisione con gli altri colleghi sovranisti.