"PER DIFETTO DI GIURISDIZIONE"

Referendum, il Tar del Lazio giudica inammissibile ricorso M5S e Si

Per il Tribunale il quesito è stato predisposto da organi che sono "espressione di un ruolo di garanzia". il giudice civile di Milano si riserva di prendere una decisione nel merito

20 Ott 2016 - 14:24

Il Tar del Lazio ha dichiarato inammissibile per difetto di giurisdizione il ricorso sul referendum costituzionale del 4 dicembre presentato dal Movimento 5 Stelle e da Sinistra italiana. Il ricorso era stato presentato giudicando ingannevole il contenuto del quesito referendario. Il giudice civile di Milano, Loreta Donigo, non si è espresso sul ricorso e si riserva di prendere una decisione in merito.

La decisione è stata assunta dalla sezione 2bis del Tar. "Considerata l'urgenza di dare una risposta definitiva alla questione, il Tar - riferisce una nota dei giudici amministrativi - non si è limitato alla richiesta cautelare e ha definito il merito della controversia, dichiarando l'inammissibilità del ricorso per difetto assoluto di giurisdizione".

Tar: quesito neutrale, sottratto a giudizio - "Sia le ordinanze dell'Ufficio Centrale per il Referendum che hanno predisposto il quesito referendario sia il decreto presidenziale - nella parte in cui recepisce il quesito - sono espressione di un ruolo di garanzia, nella prospettiva della tutela generale dell'ordinamento, e si caratterizzano per la loro assoluta neutralità, che li sottrae al sindacato giurisdizionale", sottolinea il Tar.

"Questioni di costituzionalità compentenza della Consulta" - "Eventuali questioni di costituzionalità della legge sul referendum (la n. 352 del 1970), relative alla predeterminazione per legge del quesito e alla sua formulazione, sono di competenza dell'Ufficio centrale per il referendum, che può rivolgersi alla Corte costituzionale", concludono i giudici amministrativi.

Il giudice civile di Milano si riserva - Al termine della discussione in aula, il giudice Loreta Donigo si è riservata di prendere una decisione nel merito: il verdetto è atteso nei prossimi giorni. Nel dettaglio, gli avvocati Tani, Bezza, Zecca e Besostri chiedono che la Corte Costituzione si pronunci sulla legittimità o meno della legge 352 del 1970 "laddove non prevede l'articolazione dei quesiti in caso di referendum approvativo", ha spiegato l'avvocato Tani. Il problema, ha aggiunto l'avvocato Besostri, è che "con più argomenti concentrati in un solo quesito, non si mettono i cittadini in condizione di potere esprimere un voto libero e consapevole". Nel ricorso, ha chiarito ancora Besostri "non chiediamo che sia sospeso il referendum, decisione che eventualmente spetta alla politica".

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