"Questa Regione dà il via a un big bang di riforme istituzionali", ha esultato il governatore Zaia. La soddisfazione del presidente lombardo Maroni: "Sono felice". Il governo: "Pronti a trattare"
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Vittoria del Sì ai referendum per l'autonomia in Lombardia e Veneto. Un risultato che fa esultare la Lega Nord, nonostante i dati evidenzino una netta affermazione nella regione guidata da Luca Zaia rispetto alla Lombardia di Roberto Maroni (60% contro 40% sull'affluenza). L'affermazione dei sì rinsalda anche l'asse con Forza Italia e rafforza l'idea di Berlusconi che un centrodestra unito possa avere chance di vittoria.
Meloni contraria, M5s esulta, divisi i dem - Un percorso però da costruire vista la contrarietà di Giorgia Meloni alla consultazione popolare appena conclusa. Esulta anche il Movimento Cinque Stelle da sempre sostenitore della democrazia diretta. Diviso il Partito Democratico. In Veneto infatti i Dem invitano Zaia a ricordare che il risultato è frutto anche del loro impegno mentre in Lombardia il Pd evidenzia la scarsa affluenza.
Il governo pronto a trattare - Chi si chiama ovviamente fuori dalla polemiche è il governo che con il sottosegretario agli affari regionali Gian Claudio Bressa annuncia di essere "pronto ad aprire una trattativa per definire le condizioni e le forme di maggiore autonomia". In attesa di capire il timing delle due regioni (Zaia ha convocato la riunione della giunta per lunedì mattina), la vittoria del sì ha un evidente significato politico.
Salvini: "I risultati sono uno schiaffo a Renzi" - Chi ne può beneficiare è sicuramente Matteo Salvini: "5 milioni di persone chiedono il cambiamento alla faccia di Renzi che invitava a stare a casa", esulta. Il leader della Lega, partito che ha fatto dell'autonomia uno dei suoi cavalli di battaglia non a caso parla dunque di "occasione unica".
Quorum raggiunto, obiettivo raggiunto, comincia una nuova storia per il nostro Veneto!!! pic.twitter.com/3W3KBQIeDi
— Luca Zaia (@zaiapresidente) 22 ottobre 2017
Riflettori su Zaia: "Lunedì delibera, vogliamo 9/10 delle tasse" - La vittoria del sì (che ha superato il 98%) riporta sotto i riflettori Luca Zaia che, forte del successo nella sua regione, è uno dei possibili leader per la guida del centrodestra anche se ribadisce che non potrebbe mai lasciare un presidio com il Veneto. "Non esiste il partito dell'autonomia, ma dei veneti che si esprimo su questo concetto", ci tiene a precisare Zaia mentre informa che un attacco hacker ha colpito i siti di raccolta dati, senza esserne comunque preoccupato ("abbiamo le schede"). "Questa Regione dà il via a un big bang di riforme istituzionali ", prosegue. Le prime cose da fare? "Noi chiediamo tutte le 23 materie, lo dico subito, e i nove decimi delle tasse", afferma Zaia parlando del 'contratto' che il Veneto presenterà al governo per chiedere maggiore autonomia. "Incontreremo il presidente del Consiglio - spiega - quando il nostro progetto sarà pronto".
Il governatore lombardo Maroni soddisfatto dei risultati - Al di là delle critiche, anche Roberto Maroni si definisce "pienamente soddisfatto per il risultato che arriva al 40% mentre i sì oltre il 95%". "Sono felice di questo risultato, è superiore alle mie attese, questa è una giornata storica. Consolida la nostra forza per avviare il neoregionalismo, abbiamo con noi milioni di cittadini".
Le posizioni degli altri partiti - In attesa che la Lega Nord faccia i conti con la competizione interna, Silvio Berlusconi incassa il ritrovato asse con la Lega e si prepara al prossimo appuntamento e cioè le elezioni siciliane, altro snodo fondamentale prima delle politiche. Anche gli azzurri, come dice Renato Brunetta, esprimono "grande soddisfazione per il risultato". Critico invece il partito di Giorgia Meloni. La leader di Fdi nel corso delle settimane passate non ha mancato occasione per prendere le distanze dalla consultazione popolare e dagli alleati: "In una nazione - ribadisce - le riforme costituzionali si fanno insieme e non a pezzi per l'interesse di tutti e non per assecondare l'interesse particolare".
Un plauso per il risultato nelle due regioni del Nord arriva anche dal Movimento Cinque Stelle. La campagna referendaria aveva visto i big tenersi in disparte ma l'affermazione del sì viene salutata come una "vittoria della democrazia diretta". Presa di distanza del Pd rispetto alla consultazione referendaria da parte del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che chiarisce che "il partito ha tenuto una posizione coerente con l'opposizione al referendum come strumento da usare". Diverso invece il giudizio del Pd Veneto che invece ha preso parte alla campagna referendaria dando indicazione di votate sì: "il quorum è stato raggiunto grazie al Pd - osserva Laura Puppato - la Lega non può intestarsi alcuna vittoria".
La protesta degli scrutatori lombardi - "Siamo bloccati all'interno delle scuole", "siamo qui a caso": è questa la protesta di diversi scrutatori che hanno lavorato nei seggi della Lombardia dove si è usato il voto elettronico. Dopo la fine di tutte le operazioni, infatti, devono attendere di ricevere la conferma che la lettura delle penne usb, che contengono i dati di voto dei singoli tablet, è andata a buon fine. In caso contrario i digital assistants devono ricavarli direttamente dalle memorie interne delle voting machine. "Non possiamo uscire e si prospetta che dovremo restare qui fino alle quattro o cinque del mattino", hanno spiegato da una scuola nella zona di Turro a Milano, convinti che "con il vecchio sistema in mezz'ora ce la saremmo cavata".