Per i ricorrenti il quesito è uno "spot pubblicitario per Renzi". "Il premier ribatte: è ciò che prevede la legge, non prendete in giro gli italiani
M5s e Sinistra Italiana hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio contro il testo del quesito del referendum. A parere dei ricorrenti, "il quesito finisce per tradursi in una sorta di 'spot pubblicitario', tanto suggestivo quanto incompleto e fuorviante, a favore del governo che ha preso l'iniziativa della revisione e che ora ne chiede impropriamente la conferma ai cittadini, che non meritano di essere ingannati in modo così plateale".
"Mancano le indicazione degli articoli che vengono modificati" - "I ricorrenti - si legge in una nota - lamentano che il quesito predisposto dal Quirinale non tiene conto di quanto stabilito dall'art. 16 della legge 352-1970, secondo cui, quando si tratti di revisione della Costituzione, il quesito referendario deve recare la specifica indicazione "degli articoli" revisionati e di ciò che essi "concernono".
Il quesito, aggiungono, "oltre a non specificare quali siano gli articoli della Costituzione interessati dalla riforma, alcuni dei quali ben più importanti di quelli citati (come la nuove modalità di elezione del Presidente della Repubblica e dei Giudici costituzionali di derivazione parlamentare), si limita invece a riprodurre il titolo del ddl di revisione, che, assieme al corretto ma insufficiente riferimento ad alcuni istituti incisi dalla revisione, riporta impropriamente anche una presunta finalità della legge (il c.d. contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni), che non trova specifico riferimento in alcuna delle norme revisionate, potendone semmai essere una conseguenza, neppure certa e comunque irrisoria".
Colle: "Quesito ammesso dalla Cassazione" - Ambienti del Quirinale fanno sapere che è impropria l'attribuzione alla Presidenza della Repubblica della formulazione del quesito referendario. Si precisa inoltre che il quesito che comparirà sulla scheda è stato valutato e ammesso, con proprio provvedimento, dalla Corte di Cassazione, in base a quanto previsto dall'art 12 della legge 352 del 1970, e riproduce il titolo della legge quale approvato dal Parlamento.
Grillo: "Sono sicuro, vincerà il No" - Beppe Grillo è sicuro: il referendum non passerà. "Non ho dubbi, vincerà il "No" - ha detto il leader M5s -, leggete il Financial times e vedete chi vince. Io la penso come il Financial Times, perché siamo in mano a dei bluffisti, dei giocatori d'azzardo".
Renzi: "Su quesito basta bugie" - "Questo quesito è quello che la legge prevede per la riforma costituzionale". Così Matteo Renzi sul testo del quesito referendario. Renzi ha puntato più volte sulla necessità di affrontare la questione nel merito e non attraverso slogan, ribadendo che ora ci sono persone che dicono che il quesito è sbagliato "ma è quello che prevede la legge" e su quello sono state raccolte le firme da entrambi i fronti. "Caro comitato del no, questo significa dire bugie e prendere in giro gli italiani", ha concluso il premier.
Boschi: "M5s ha paura della verità" - "Non si può avere paura della verità", ha commentato il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. "E' la Corte di Cassazione - ha sottolineato - che ammette il quesito e non il governo. E' interesse dei cittadini avere un quesito chiaro e mi sarei aspettata che Grillo avesse detto 'Non si capisce nulla' se il quesito fosse stato diverso. Qui invece è tutto chiaro, i cittadini hanno davanti a sé la verità su cui dire sì o no".