La data del voto sarà fissata entro fine settembre: "Sarà tra il 15 novembre e il 5 dicembre". Apertura alla minoranza interna sull'Italicum: "Pronto a modifiche anche con l'ok della Consulta"
Sulle dimissioni nel caso di vittoria del No al referendum costituzionale, "non ci ho ripensato. Ma siccome in tanti mi hanno detto che non dovevo personalizzare la consultazione, ho detto solo che non parlo più del mio futuro". Così il premier Matteo Renzi che sottolinea come "il referendum non riguarda il futuro di una singola persona". "Fisseremo la data entro il 25 settembre, sarà tra il 15 novembre e il 5 dicembre", aggiunge.
Presto la data del referendum - "Entro il 25 settembre fissiamo la data" del referendum, che a quel punto si terrà "tra i 50-70 giorni" successivi. "Ascolteremo il parere delle opposizioni" ma "a naso sarà tra il 15 novembre e il 5 dicembre". Ha detto il premier.
"Se perdo referendum me ne vado? Non ci ho ripensato" - "Non ci ho ripensato. Il punto è che dal giorno dopo in cui ho detto che me ne sarei andato se avesse vinto il No, tutti dicevano che volevo personalizzare il referendum e che volevo fare un plebiscito. Così non ne parlo più". Così Renzi torna sulla questione riforme: "Questo referendum non riguarda una singola persona, ma la riduzione delle poltrone. Semplificazione nella legislazione. Meno poteri alle Regioni, via i rimborsi ai consiglieri regionali. Più potere ai cittadini", riassume.
Sull'Italicum cambia rotta e apre ai cambiamenti - Renzi poi ha aperto alla minoranza del Pd, dicendosi pronto "a cambiare l'Italicum se ci sono i numeri in Parlamento. Sia che la Corte Costituzionale dica sì, sia che dica no". "Io sono per le preferenze - ha aggiunto - , ma mi va bene anche il collegio uninominale".
"Cittadini sceglieranno senatori-consiglieri su tre nomi" - "Tre nomi (dei consiglieri regionali, ndr), i cittadini potranno scegliere quale farà il senatore. Così come il sindaco di una città importante è giusto che vada in Senato. Sarà un Senato molto diverso". Così, in merito all'elezione del nuovo Senato nel caso vinca il Sì al referendum, il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
"D'Alema ha dato poteri Regioni,io riduco" - "Alle Regioni una riforma costituzionale del 2001, primo firmatario D'Alema, ha dato dei poteri, su turismo, rifiuti. Questi poteri li hanno trasformati in organismi molto forti. Le regioni sono state una sciagura in questi anni nella gestione di alcune partite, in altre sono state bravissime. Io dico meno poteri alle Regioni e meno stipendi, più potere ai cittadini". Dice ancora Renzi attaccando uno dei suoi oppositori interni come l'ex premier D'Alema. La riforma, ha aggiunto, "non riduce gli spazi di democrazia". "Il Senato diventa il luogo in cui le amministrazioni locali discutono dei provvedimenti che riguardano loro ma non hanno un ruolo come adesso col ping pong parlamentare delle leggi", ha concluso.