Il premier: "Le ragioni di chi non vuole andare a votare hanno la stessa identica dignità di chi dice sì o no". Ma la minoranza Dem non ci sta
Sulla consultazione del 17 aprile "ogni scelta è legittima. Come ha magistralmente spiegato Giorgio Napolitano, se un referendum prevede il quorum la posizione di chi si astiene è costituzionalmente legittima al pari delle altre". Lo scrive nella sua enews il premier Matteo Renzi. "Nel caso di un referendum con quorum sostenere le ragioni di chi non vuole andare a votare ha la stessa identica dignità di chi dice sì o no", ribadisce.
Speranza: "Inaccettabile che il premier faccia il capopartito" "E' inaccettabile che sul referendum del 17 aprile il premier faccia il capo del partito dell'astensione. Pd non significa partecipazione dal basso?". Lo scrive su Twitter Roberto Speranza, deputato della minoranza Pd che guida Sinistra riformista, commentando le affermazioni di Matteo Renzi sulla consultazione sulle trivelle.
Napolitano: "Non votare è un modo di esprimersi sull'inconsistenza" - Se la Costituzione prevede che la non partecipazione della maggioranza degli aventi diritto è causa di nullità, non andare a votare è un modo di esprimersi sull'inconsistenza dell'iniziativa referendaria". E' quanto aveva detto l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in una intervista a "La Repubblica", a proposito del referendum sulle trivelle.
Napolitano, che non sa se domenica andrà a votare perché impegnato in una trasferta a Londra, aggiunge: "Trovo persuasivi gli argomenti sull'inconsistenza e pretestuosità di questa iniziativa referendaria. Non si possono dare significati simbolici a un referendum. Ci si pronuncia su quesiti specifici che dovrebbero essere ben fondati. Non è questo il caso".
Le voci contro il parere di Napolitano - Immediata la controffensiva di chi invece sta facendo dell'invito a votare una vera e propria battaglia. Alfredo D'Attorre di Sinistra italiana giudica le dichiarazioni di Napolitano "improvvidi inviti all'astensionismo" soprattutto perché "dopo che autorevoli personalità istituzionali nei giorni scorsi hanno sottolineato l'importanza della partecipazione al voto e il valore dell'articolo 48 della Costituzione". Anche i 5Stelle dopo i funerali di Gianroberto Casaleggio prendono la palla al balzo: "Napolitano che invita all'astensione è una ragione in più per andare a votare. #referendum17aprile #iovotosì #Trivellopoli", scrive su Twitter Alessandro Di Battista e il collega del direttorio pentastellato, Luigi di Maio su Facebook attacca: "L'ex presidente della Repubblica Napolitano ha invitato ad astenersi. Questo dimostra che ci avevamo visto giusto sul suo conto: i veri uomini delle istituzioni invitato alla partecipazione. Sempre!".
Gli appelli contro l'astensionismo di fatto sono arrivati da tutte le istituzioni. Il presidente della Consulta, Paolo Grossi, è stato lapidario a soli sei giorni dal voto: "Si deve votare. Ogni cittadino è libero di farlo nel modo in cui ritiene giusto, ma credo che si debba partecipare al voto, perché significa essere pienamente cittadini. Fa parte della carta d'identità del buon cittadino". Anche i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, hanno annunciato che andranno a votare perché, ha spiegato Boldrini, solo con la partecipazione "si è pienamente cittadini". Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, è silente ma trapela da ambienti del Colle che, come garante della Costituzione, si recherà alle urne, anche se dal Quirinale non arrivano conferme. Una ovvietà visto che il presidente nel discorso pronunciato durante la celebrazione della festa della Donna aveva sostenuto: "L'astensionismo è una ferita che nessuno può permettersi di trascurare".