Si elegge il nuovo presidente (quattro i candidati) e si rinnova il consiglio regionale
Chiusi i seggi in Friuli-Venezia Giulia per l'elezione del nuovo presidente della Regione e il rinnovo del consiglio regionale. L'affluenza è stata del 49,63%. Lo spoglio inizierà lunedì mattina. Quattro gli sfidanti per prendere il posto di Deborah Serracchiani: Massimiliano Fedriga (centrodestra), Sergio Bolzonello (centrosinistra), Alessandro Fraleoni Morgera (M5s) e Sergio Cecotti (Patto per l'Autonomia).
I cittadini friulani sono stati inoltre chiamati ad eleggere i consigli di 19 Comuni e a votare in due referendum per la costituzione di due nuovi Comuni.
Alle regionali del 2013, i cui seggi erano però rimasti aperti sia la domenica che il lunedì mattina, l'affluenza era stata del 50,48%, con 554.943 votanti rispetto a 1.099.334 degli aventi diritto.
Per i sondaggi in testa il leghista Massimiliano Fedriga - I sondaggi danno vincente certo con largo scarto il leghista Massimiliano Fedriga, ex capogruppo del Carroccio alla Camera. Non sembra fondamentale agli occhi degli elettori il "tira e molla" che ha portato alla sua candidatura, con l'ex presidente regionale ed esponente di Nci, Renzo Tondo, messo bruscamente da parte ma rimasto fedele alla coalizione.
Più distanziati, a contendersi il secondo posto, che garantirebbe l'entrata in Consiglio regionale, ci sono il centrosinistra e il M5s. Il vicepresidente uscente, Sergio Bolzonello, braccio destro di Serracchiani, potrebbe essere clamorosamente sorpassato dal candidato grillino, Alessandro Fraleoni Morgera, ricercatore universitario, scelto senza consultazioni su Rousseau e per questo inizialmente oggetto di polemiche della base. Quarto "incomodo" il docente universitario ma politico navigato Sergio Cecotti, un passato nella Lega (per cui fu anche presidente della Regione), già alleato del centrosinistra ma che ha optato per correre da solo con il "Patto per l'Autonomia", rivendicando maggiore rispetto per la Specialità regionale.
La "cartina tornasole" del Friuli - Il voto in Friuli Venezia Giulia è visto come una cartina tornasole per stabilire gli equilibri di potere a Roma, soprattutto all'interno del centrodestra. Fondamentale sarà la "conta" degli equilibri tra Lega e Forza Italia. Non a caso l'ultima settimana di campagna ha visto in regione Salvini e Berlusconi - e anche Giorgia Meloni - tutti presi a chiedere voti per sé, sempre separati, tranne un aperitivo in tarda serata venerdì scorso a Trieste in cui hanno proclamato fedeltà reciproca. E anche domenica Salvini, su Twitter, ha ribadito che "ogni singolo voto dato alla Lega in Friuli Venezia Giulia vale per il cambiamento di tutta l'Italia".