Sabato la votazione in cui si chiedeva il ritiro delle dimissioni della governatrice dem, ora all'improvviso il dietrofront
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Catiuscia Marini (Pd) ha confermato le proprie dimissioni da presidente della Regione Umbria. Lo ha fatto con una lettera inviata alla presidente dell'Assemblea legislativa Donatella Porzi. Sabato l'Aula aveva approvato, con il voto determinante della Marini, un documento della maggioranza che chiedeva alla presidente di ritirare le dimissioni presentate in seguito all'inchiesta sui concorsi all'ospedale di Perugia nella quale lei stessa è indagata.
Nella sua comunicazione, la presidente Marini parla di "percorso dettato esclusivamente da ragioni istituzionali, di correttezza e di rispetto per tutti i componenti dell'Assemblea, sia di maggioranza, sia di opposizione, e non certo da ragioni personali". La lettera si conclude con i ringraziamenti: alla presidente dell'Assemblea legislativa "per la collaborazione istituzionale di questi anni, al servizio delle istituzioni e della comunità regionale"; ai componenti dell'Assemblea legislativa e al personale di Giunta e Consiglio "che in questi 9 anni mi ha supportato con competenza, rigore e professionalità nello svolgimento del mio complesso mandato istituzionale".
Marini: "Io capro espiatorio, Zingaretti consigliato male" - "Sto facendo da capro espiatorio per tutta l'Umbria in chiave europea. In base al codice etico del Pd non sarei nemmeno obbligata a lasciare". Lo aveva dettp Catiuscia Marini in una intervista al Messaggero in risposta alle polemiche sul no alle proprie dimissioni, votato sabato in aula. Quello di sabato, chiarisce, "non era un voto di fiducia" e sul fatto di non essersi astenuta spiega: "Ho sempre votato in aula tutti gli atti, anche quelli che mi riguardano in prima persona. Potrò tutelare il lavoro che ho fatto in questi anni e l'autorevolezza delle istituzioni che rappresento?. E poi sono al secondo mandato e non mi candiderò più". E sui rapporti con Zingaretti aveva detto: "Non lo sento dal 2 maggio, lo trova normale? Il commissario che ha nominato, Walter Verini, l'ho visto il 17 aprile e poi basta. E non ha mai convocato gli organismi. Bisognava scegliere una figura fuori dalle dinamiche umbre per gestire il caso. Il problema è che su di me si sono giocate dinamiche congressuali in vista del voto. Possibile che in questi giorni tanti big del mio partito mi abbiano chiamata e Zingaretti mai? Forse è stato consigliato male, non so cosa pensare".