Poi l'affondo: "Nel nostro Paese il problema è l'F24 più che gli F35". E rilancia la lotta "violenta" contro la burocrazia
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Matteo Renzi non molla sul taglio degli stipendi dei manager pubblici. L'aumento dello loro retribuzioni in questi anni "è inaccettabile", dice il premier da Milano. "Loro cercheranno di farcela pagare, ma - promette - noi andiamo avanti fino alla fine". Duro anche con le banche, a cui chiede più sacrifici: "Devono fare la loro parte nella vita delle famiglie". "Il problema in Italia è l'F24, più che gli F35", aggiunge.
"Le banche facciano la loro parte" - E ancora, sulle banche: "Rispettiamo e incoraggiamo il sistema di credito ma ci sia un'attenzione più forte perché non è accettabile che un piccolo artigiano si veda rifiutare un mutuo o fido perché ci sono parametri e poi per le grandi aziende non valgono mai".
Non dimentica un altro anello debole, le famiglie, e rincara la dose: "Quando c'è stato da trovare le risorse per restituire in busta paga a chi non ce la fa, abbiamo chiesto un sacrifico alle banche che non possono pensare di essere salvate dagli Stati come è accaduto in Europa e non essere pronte a fare la propria parte nella vita di tutti i giorni delle famiglie".
"Affondati dalle rendite" - Il premier ricorda poi che "siamo una Repubblica fondata sul lavoro ma affondata sulle rendite. Dobbiamo restituire dignità e valore al lavoro, e semplificare le regole del lavoro che non vuole dire precarizzare".
"Il Paese e vivo e ce la deve fare" - Il premier lancia comunque anche un messaggio di speranza dicendo: "Io vedo una Italia viva più di prima, non certo una Italia raggrinzita, che dimostra non solo che ce la possiamo fare, ma che ce la dobbiamo fare". E, suscitando gli applausi del pubblico, ribadisce che serve una "violenta lotta alla burocrazia". E al riguardo, arriva la provocazione: "Il problema in Italia è l'F24, più che gli F35".
Dicendo che è l'ora di dire basta ai furbi, avverte: "La battaglia all'evasione fiscale va fatta incrociando dati e non con gli spot, una volta a Cortina e poi da un'altra parte".
"Nessuna manovra bis" - "Per la prima volta - dichiara, escludendo una manovra-bis - si restituisce invece che prendere, per la prima volta facciamo una manovra che taglia e restituisce i soldi. In molti non sono abituati ma è bene che se ne facciano una ragione perché per i prossimi anni sarà così".
"Riformare una burocrazia opprimente" - In Italia, continua, bisogna "togliere un sistema burocratico opprimente", riformare la politica, "un sistema fiscale non degno di questo Paese, una giustizia che non puù avere quattro volte i tempi dei Paesi concorrenti". E ancora: "Quando Michelangelo ha realizzato il David ai fiorentini che gli chiedevano come avesse fatto lui rispondeva: 'Basta liberare il marmo che c'è in pi. Lo stesso bisogna fare in Italia: liberare tutto ciò che è in più e restituire fascino e stupore" al Paese.
Sottolinea poi che nel mondo "c'è una domanda d'Italia che è più grande di noi: dobbiamo solo essere noi stessi. L'Italia è un Paese produttore e portatore sano di bellezza". Gli italiani di se stessi hanno un'opinione "tutta in negativo" ma "nel mondo significa essere creatori di passione, entusiasmo, bellezza. Dietro alla bellezza dell'arte c'è sempre stata l'italianità".
"Le nomine? Lunedì" - Sulle nomine ai vertici delle aziende pubbliche, Renzi dice: "Aspetto il rientro del ministro Padoan da Washington e lunedì il governo presenterà i nomi".
"Mobili economia reale, non divertissement" - Facendo poi riferimento agli addetti ai lavori del Salone del Mobile, di cui è ospite, avverte:"Il primo impegno che voglio prendere qui con voi è provare insieme a considerare questo settore e più in generale la capacità della nostra classe produttiva di presentarsi, sulla qualità del rapporto tradizione e innovazione, come un pezzo dell'economia reale e con come un divertissement per addetti ai lavori. Qui c'è un pezzo di economia che l'Italia ha il diritto e il dovere di incoraggiare".
E ancora: "Questa non è una passerella, qui ci sono le storie dell'Italia, ma uno spazio per il futuro. Non siamo qui a raccontare un glorioso passato di successi, siamo qui a immaginare un pezzo di futuro".
"Faremo sentire la voce dell'Italia" - Renzi assicura poi che a Bruxelles "nel 2014 faremo sentire la voce dell'Italia", facendo riferimento alla necessità di cambiare le regole europee. E spiega: "Non servono regole incentrate sull'austerità se poi la disoccupazione aumenta".
"Chi fallisce a casa" - Il premier rammenta che dovrà prevalere un'idea della "politica come servizio e non come occupazione di poltrone: se si riesce bene, sennò si va a casa". Ricorda che le riforme istituzionali del governo che stanno tagliando "i costi e i posti" della politica. E promette: "Da qui a un anno o ci sono risultati o vorrà dire che anche noi siamo dei chiacchieroni. Ma siccome sono convinto che i risultati ci saranno, ci rivedremo qui l'anno prossimo per brindare".
"Con l'Italicum chi vince vince" - Sull'Italicum dice che è una "legge elettorale nuova" per cui "chi vince vince. In Italia oggi non è così: vincono sempre tutti, non c'è uno che perda neanche a pagarlo. Allora introduciamo un elemento di certezza e serenitè".
"Grillo come i vecchi politici" - Renzi fa anche un affondo contro il leader del Movimento 5 Stelle dicendo: "Tutti i giorni Beppe Grillo mi attacca e discute di ciò che faccio. Sta diventando come i vecchi politici di una volta. Noi parliamo agli italiani mentre lui attacca gli avversari".
"Noi - continua - facciamo proposte per il paese mentre Grillo attacca gli altri. Noi stiamo tra la gente e lui guarda i sondaggi. E' una strategia che magari funziona ma il mio compito è stare nell'Italia che funziona come "Vinitaly", il salone del mobile e l'Expo. Mentre loro stanno sempre più tra gli addetti ai lavori".