A un mese dall'approvazione della legge sulle unioni civili, i sindaci attendono ancora le linee direttive del governo. Centinaia le coppie in lista d'attesa
"Il decreto ponte per l'attuazione delle unioni civili uscirà in tempi rapidi". Parole del premier Renzi, che ha voluto rassicurare, con una telefonata, un cittadino allarmato dalle lungaggini della burocrazia. Ora, dopo il via libera di Palazzo Chigi, la palla passa al Consiglio di Stato. Il supremo organo di giustizia amministrativa avrà trenta giorni di tempo per emanare i decreti attuativi.
Dario Guarise, ultrasettantenne e malato di cancro, aveva espresso in un'intervista a Repubblica il timore di "non fare in tempo" a sposare il suo compagno.
Nei fatti, a un mese dall'approvazione della legge Cirinnà, le linee direttive non sono ancora state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. Un passaggio fondamentale, perché in assenza di norme certe - su tempi, modalità e documenti - i sindaci non possono accogliere le richieste delle coppie.
Nonostante siano passati pochi giorni dalla scadenza dei termini - il ministro degli Interni Alfano avrebbe dovuto pubblicare il documento il 5 luglio - le associazioni LGBT sono già sul piede di guerra. Dopo decenni di lotta per il riconoscimento delle coppie omosessuali, ora la burocrazia rischia di "congelare" la storica istituzione dei contratti di convivenza tra persone dello stesso sesso. Una legge, ricordano i rappresentanti del mondo gay, già "mutilata" dalla cancellazione della stepchild adoption. E vista la nota avversione di Alfano per il riconoscimento delle coppie omosessuali, l'intoppo burocratico rischia di apparire un boicottaggio.