"Il tema va affrontato una volta per tutte"

Renzi: in asili e materne i bambini devono essere vaccinati

" Serve un grande investimento su scienza e ricerca, non su aspiranti alchimisti e apprendisti stregoni", ha detto il presidente del Consiglio

13 Ott 2016 - 21:41
 © ansa

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"Negli asili e nelle scuole materne devono esserci bambini vaccinati e si deve fare chiarezza. Ci deve essere un grande investimento su scienza e ricerca, non su aspiranti alchimisti e apprendisti stregoni". Ha preso posizione su un tema attuale tanto discusso il presidente del Consiglio Matteo Renzi, parlando a Bari all'assemblea dell'Anci. "L'argomento va affrontato una volta per tutte", ha aggiunto il premier.

Il modello Emilia-Romagna "Ci sono più soldi nella sanità: alcune malattie particolari vengono ormai guarite, penso all'epatite C. Quando le persone vivono più a lungo, fortunatamente, bisogna essere conseguenti nell'organizzazione dei servizi", ha introdotto così Renzi, nel suo intervento all'assemblea dei sindaci a Bari, l'argomento vaccinazioni.

"C'è poi il tema dei vaccini: l'esempio assunto dall'Emilia Romagna - ha sottolineato - è serio. Negli asili nido deve esserci chiarezza, basta con alchimisti e stregoni, i nostri asili devono avere i bimbi vaccinati".

Cosa prevede il modello Emilia-Romagna? I bimbi iscritti a nidi e materne della regione a partire da settembre 2017 dovranno avere il certificato delle vaccinazioni in regola per difterite, tetano, poliomielite ed epatite B, che rientrano nella profilassi obbligatoria. Lo prevede l'articolo 6 della nuova legge sui servizi educativi 0-3 anni, che per il 2016 ha concesso un periodo transitorio, concedendo un anno di tempo per mettersi in regola.

Sul fronte delle Regioni, oltre all'Emilia Romagna, la Toscana è quella che sta più concretamente pensando a una norma pro-vaccinazioni: una commissione di tecnici ed esperti aiuterà infatti l'assessorato toscano al diritto alla salute a stilare una proposta legge in tal senso. L'assessore regionale Stefania Saccardi ha auspicato di poter arrivare entro la fine dell'anno alla stesura della proposta legge.

In Italia l'obbligo di vaccinarsi per poter essere iscritto a scuola decadde nel 1999, dopo che per trent'anni, e cioè dal 1967, le vaccinazioni erano invece indispensabili per l'iscrizione. Di conseguenza oggi è possibile frequentare la scuola anche senza essere vaccinati.

Il parere dell'Istituto Superiore di Sanità La posizione di Renzi sui vaccini è ''pienamente condivisa'' dal presidente dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), Walter Ricciardi: ''La via migliore sarebbe quella dell'informazione e persuasione, ma ormai siamo in un tale stato di pericolo elevato legato al calo delle vaccinazioni in Italia che non ci possiamo permettere di non proteggere i nostri bambini''. Un dato su tutti: ''Negli ultimi anni - afferma Ricciardi - si sono registrate alcune migliaia di morti per complicanze a causa delle mancate vaccinazioni su tutta la popolazione, mentre tra i bambini i decessi a causa di vaccinazioni non fatte sono stati alcune decine''.

Fondamentale è infatti vaccinare tutti i bambini, ma soprattutto, avverte, ''quelli che per questioni di malattia non possono invece accedere alle vaccinazioni, come nel caso dei circa 1.500 bimbi leucemici in Italia che tuttavia devono avere il diritto di poter andare a scuola senza rischiare''. Il punto, prosegue, è che ''con questi tassi di copertura vaccinale per morbillo, rosolia e parotite non possiamo permetterci di fare andare a scuola non protetti i nostri bambini''. Dunque, commenta, ''bene hanno fatto Regioni come l'Emilia Romagna e la Toscana, che stanno per adottare norme sull'obbligatorietà delle vaccinazioni ai nidi, e sulla stessa linea si collocherebbero anche Marche e Veneto''.

E che la situazione sia preoccupante lo dimostra il dato che per ''tutte le vaccinazioni le coperture sono sotto il 95% e per il morbillo addirittura sotto l'80%'': ciò vuol dire, avverte il presidente Iss, che ''c'è un pericolo reale e sono a questo punto prevedibili centinaia di casi di morbillo, con rischi di complicanze gravi e di morte in un caso su 10mila''.

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