C'è una prima bozza di accordo, tra i principali partiti, per la riforma di Palazzo Madama, che non sarà più elettivo e sarà senza indennità
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C'è una prima bozza di accordo, tra i principali partiti, per la riforma del Senato. Lo ha detto Matteo Renzi spiegando che sarà composto da "150 persone, di cui 108 sindaci di comuni capoluogo, 21 presidenti di Regione e 21 esponenti della società civile". Siamo di fronte a una "straordinaria occasione per le riforme - ha quindi aggiunto il segretario Pd -. Non basta più accarezzare i problemi, è finito il tempo".
Il Senato, ha spiegato Renzi, non sarà elettivo e sarà senza indennità. Gli esponenti della società civile "saranno scelti temporaneamente dal Presidente della Repubblica per un mandato". Il nuovo Senato, ha aggiunto, "non vota il bilancio, non dà la fiducia, ma concorre all'elezione del Capo dello Stato e contribuisce all'elezione dei rappresentanti degli organi europei".
"Su Province possibile svolta in Senato" - Sulla riforma delle Province, invece, Renzi ha ammesso che "non c'è l'accordo di tutti i partiti". Ma, ha specificato, "è possibile che avremo in queste ore la svolta in Senato". "Noi - ha sottolineato - vogliamo che il 25 maggio non si voti per le Province". "La riforma consentirà di avere Province di secondo livello - ha concluso - con i sindaci protagonisti".