Renzi: rimetteremo in pista l'Italia "Mille giorni" sono l'ultima chance
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Il premier parla a Camera e Senato per confermare che la scadenza di questo governo sarà il febbraio 2018 e promette: "L'Italia tornerà protagonista, andiamo avanti con le riforme"
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"Mille giorni sono l'ultima chance per recuperare il tempo perduto, il cartellone di recupero dopo aver perso tanto tempo". Così Matteo Renzi nel suo intervento alla Camera prima e al Senato poi. "La gravità del nostro approccio - spiega il premier - nasce dalla consapevolezza forte e diffusa che al termine di questo percorso riusciremo non soltanto a capovolgere la storia di questa legislatura ma a rimettere in pista l'Italia".
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"Vorrei esprimere la gratitudine mia e del governo per la parlamentarizzazione della discussione dei mille giorni. Qualcuno ha dipinto questa scelta come tentativo di dilazione, di prendere tempo". Una lettura "grottesca e persino ridicola", sottolinea il presidente del Consiglio.
"Scadenza del governo febbraio 2018" - "E' obbligo di questo governo indicare dove vogliamo portare il Paese: vi proponiamo di utilizzare come scadenza della legislatura quella naturale, sapendo che è possibilità delle Camere negare in ogni momento la fiducia al governo", dice Renzi indicando come orizzonte temporale per questo esecutivo il febbraio 2018. "Se perdiamo noi non perde il governo, perde l'Italia", ribadisce. E aggiunge, sull'attuazione del piano del governo: "Noi non siamo partiti con l'obiettivo di tenere in piedi la legislatura né siamo interessati a tenere in piedi la carriera di un singolo parlamentare o di un membro governo ma in piedi Italia".
"Interrotta la caduta dell'Italia, ma non basta" - Il premier rivendica poi che "in un momento in cui l'Eurozona è ferma, l'Italia ha interrotto la sua caduta". "Ma non basta - avverte -, non è sufficiente. I numeri non sono più devastanti ma chi si accontentasse di interrompere la caduta dovrebbe farsi vedere. Noi dobbiamo ripartire e tornare a crescere".
"Ripartire dagli occupati" - "Il nostro obiettivo - riprende - è quello di tornare a crescere partendo dagli occupati" perché quell'incremento di 83mila registrato in un anno a giugno "è insufficiente: abbiamo bisogno reimpostare e rovesciare scommessa politica e economica di questo Paese".
"Stiamo con l'Italia che si spezza la schiena" - "Noi siamo con l'Italia che si spezza la schiena - aggiunge -. Non con i professionisti della tartina e i presunti esperti che non hanno previsto la crisi e hanno poi sbagliato a dare le risposte", e ora con "sicumera spiegano" cosa dovremmo fare.
"Le riforme producono crescita" - "Vorrei rivendicare con decisione 'o le riforme si fanno tutte insieme, o non si porta a casa il percorso di cambiamento - dice ancora il premier -: il benaltrismo come filosofia politica ignora il dato di fatto che o le riforme si fanno insieme o non si esce con il passo della tartaruga da 20 anni di stagnazione".
"Riforme non ce le chiede tecnocrate alieno" - Intervenendo successivamente al Senato, Renzi torna sul tema: "Non vi propongo di votare le riforme perché c'è un soggetto tecnocratico e alieno che ci dice cosa fare, ma perché servono all'Italia. Finché considereremo l'Ue qualcosa di diverso da noi commetteremo il più grande degli errori perché consegneremo il nostro futuro nelle mani della tecnocrazia".
"Saremo noi a fare per primi i sacrifici" - "Il Senato ha fatto passi avanti nel portare a casa un risultato che sembrava improponibile" di riforma della Costituzione, continua il premier. "Ma i senatori hanno svolto una funzione importantissima anche perché hanno dimostrato plasticamente che il tempo delle rendite è finito per tutti. I sacrifici li facciamo per primi noi: è simbolico che non guardiamo in faccia nessuno ma guardiamo negli occhi tutti. La repubblica democratica fondata sul lavoro non può essere affondata sulla rendita".
Parlando del bonus fiscale, dice che "gli 80 euro non hanno dato l'effetto sperato. Potremmo fare di più, dovremmo fare di più, certo. Ma abbiamo iniziato". E ancora: "Serve una strategia condivisa di riduzione fiscale, del carico delle tasse sul lavoro con la riduzione per la prima volta dell'Irap".
"Legge elettorale subito, ma no a elezioni anticipate" - Renzi affronta poi il tema elettorale dicendo che serve una legge subito, ma non "per andare a elezioniù", perché una "ennesima melina istituzionale sarebbe un affronto. Nel percorso legislativo siamo pronti ad ascoltare, ma alcuni punti sono immodificabili".
"Mi converrebbe ma niente voto anticipato" - Poco dopo, intervenendo al Senato, Renzi ribadisce la sua contrarietà al voto anticipato: "Qualcuno potrà sostenere che andare a votare sarebbe meglio. Rispettiamo la presa di posizione e dal punto di vista utilitaristico magari sarebbe una buona idea ma noi pensiamo che prima delle esigenze di un partito venga l'interesse del Paese".
"No al lavoro dell'apartheid" - "Al termine dei mille giorni il diritto del lavoro non potrà essere quello di oggi - continua -. Non c'è cosa più iniqua che dividere i cittadini tra quelli di serie A e quelli di serie B". E sulla delega sul lavoro: "Se saremo nelle convinzioni di avere tempi serrati, rispetteremo il lavoro del Parlamento. Altrimenti siamo pronti anche a intervenire con misure di urgenza, perché sul lavoro non possiamo perdere neanche un secondo in più".
"Giustizia, la riforma superi gli scontri ideologici" - Il premier affronta inoltre il tema della giustizia dicendo che la riforma "deve cancellare il violento scontro ideologico del passato". Ribadisce che l'indipendenza della magistratura è un valore assoluto, che deve essere rispettato "sia se fa comodo che se non fa comodo". E sottolinea che il problema "non sono le ferie dei magistrati. Nessuno in questa aula sostiene che la giustizia si semplifica con le ferie dei giudici, ma non c'è nessuno qui fuori che pensi che sia giusto che ci siano 45 giorni" di chiusura dei tribunali "per un servizio così delicato come la giustizia".
"Bocciati dalle banche d'affari fallite" - Renzi affronta anche la difficile situazione economica del nostro Paese secondo i dati internazionali dicendo: "Le banche d'affari ci considerano falliti. Sono le stesse che sono fallite e sono state salvate dai nostri fondi".
"Il fisco sarà semplificato e alleggerito" - "Chi oggi dice che dovremmo ridurre il salario dei lavoratori, ignora la realtà italiana", precisa, ribadendo invece la necessità di ridurre il costo del lavoro per le imprese: l'abbassamento dell'Irap, anche se siamo stati i primi nella storia a tagliare del 10%, non basta se poi pagare le tasse diventa un impresa burocraticamente ardua". E nel 2015, dice, "continueremo nell'abbassamento del costo del lavoro".
Eni, "aspettiamo le sentenze" - E, sulla vicenda Eni: "L'azienda è stata raggiunta da uno scoop e poi da un avviso di garanzia. Noi aspettiamo le indagini e rispettiamo le sentenze ma non consentiamo a un avviso di garanzia di cambiare la politica aziendale di questo Paese".
"P.A., Expo sarà un modello" - Infine, parla di Expo 2015 dicendo che "il suo sito sarà il modello per tutte le Pubbliche amministrazioni".