Il leader di Italia Viva ammette che sono caduti i veti incrociati, e che si può pensare all'inizio di una nuova stagione di accordi: "Non solo è possibile, ma è anche l'unica alternativa a Giorgia Meloni"
Quell'abbraccio in campo tra Matteo Renzi ed Elly Schlein alla Partita del Cuore aveva subito fatto partire i rumor. E che il gesto fosse non solo amichevole ma anche simbolico dal punto di vista politico adesso lo conferma anche il leader di Italia Viva. Che in un'intervista al Corriere della Sera ammette che un'alleanza "non solo è possibile ma è anche l'unica alternativa" alla destra. E spiega che un "campo larghissimo" potrebbe farcela.
Nel dettaglio, sull'abbraccio con Elly Schlein Matteo Renzi spiega che "nasce dal fatto che avevamo fatto una grande azione e Elly aveva segnato anche grazie al mio assist. Peccato il gol annullato per fuorigioco...". Ma il leader di Italia Viva ammette che non si tratta solo di un gesti calcistico. Perché dopo il risultato alle europee "il Pd di Schlein ha detto: vogliamo costruire l’alternativa e per farlo non mettiamo veti. Questo significa che cade il veto che su di noi era stato messo nel 2022".
Al tempo stesso, però, "anche noi abbiamo un obbligo, allora: non possiamo mettere veti sugli altri, a cominciare dai Cinque Stelle. Il no ai veti non può che essere reciproco". E quindi bisogna scegliere: "O si riapre la partita del Terzo Polo o si prende atto che il centro è decisivo solo se si allea in modo strutturale". Con la prospettiva di "costruire un centro che guarda a sinistra, per dirla con De Gasperi".
Secondo Renzi, insomma, l'alleanza tra Italia Viva, il Pd e il M5s "non solo è possibile ma è anche l’unica alternativa per evitare che ci teniamo per lustri Giorgia Meloni con sorelle, cognati e compagnia cantante". E questa alternativa "va costruita dichiarando chiusa la stagione dei veti e mettendo insieme i voti".
E chiudere la stagione dei veti, secondo Renzi, significa anche smettere di parlare di ciò che è avvenuto 10 anni fa (nello specifico fa riferimento al Jobs Act, che divide la sinistra ma che lui rivendica) e "capire come creare lavoro nei prossimi dieci anni. Come impatta sul mondo del lavoro l’intelligenza artificiale, dalle nuove figure professionali alla sicurezza. Come creare ricchezza, aumentare produttività, migliorare i servizi?". Ammettendo comunque che su certi temi c'è e ci sarà sempre una visione differente. Come ad esempio sul caso Toti, per il quale Italia Viva non si è unita alla manifestazione del centrosinistra per chiedere le dimissioni.
Infine, Renzi prevede l'esordio del campo larghissimo Pd-M5s-Iv già alle elezioni regionali in autunno. E a livello nazionale si dice convinto che il governo Meloni cadrà prima della fine della legislatura: "Sarà la stessa Meloni ad anticipare per evitare di perdere il referendum costituzionale e perché, se anche trova i soldi della legge di Bilancio 2025, sull’anno successivo è strangolata dai vincoli".