Il premier intervistato dal Sole 24 Ore rassicura: "Sistema solido". E poi lancia una stoccata a Juncker: "Jean Claude ha sbagliato, è lì anche grazie ai miei voti"
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"C'è una manovra su alcune banche", ma il sistema è "solido". Lo afferma Matteo Renzi in un'intervista al direttore del Sole 24 Ore. Sulle banche il premier sottolinea che non c'è nessun attacco all'Italia: "Gli eventi di queste ore agevoleranno fusioni, aggregazioni, acquisti. E' il mercato, bellezza".
Farà un affare chi prenderà Mps - "Il Monte dei Paschi oggi è a prezzi incredibili. Penso che la soluzione migliore sarà quella che il mercato deciderà. Mi piacerebbe tanto fosse italiana, ma chiunque verrà farà un ottimo affare". Lo afferma Matteo Renzi rivolgendosi alle preoccupazioni di investitori e risparmiatori. Gli analisti, aggiunge, "sanno perfettamente che investire in Italia oggi è una ghiotta opportunità".
I truffati dalle banche riavranno i soldi - Sulle quattro banche (Banca Marche, CariFerrara, Banca Etruria, CariChieti) il premier conferma che chi è stato truffato "riavrà i suoi soldi grazie all'ottimo lavoro che sta predisponendo Anac con il Mef. Ma con queste regole non avevamo alternative: abbiamo salvato un milione di conti correnti, migliaia di stipendi, quattro banche che almeno avranno un futuro". Renzi abbraccia anche la proposta di introdurre prospetti semplificati, dove sia indicato con estrema chiarezza il livello di rischio dei prodotti finanziari.
"Ilva non sarà uccisa da lobby di altri Paesi" - Il premier parla anche dei dossier europei. Tra questi c'è il caso Ilva: "Noi non accetteremo mai che Ilva sia uccisa dalle lobby di acciaieri di altri Paesi. Adesso è aperto il bando, vediamo se - come io credo - ci sarà una cordata vincente. Sono ottimista. Lo scontro europeo su Ilva mi sembra il meno grave". Affrontato anche il tema della banda larga: all'ipotesi di un ingresso di Cdp nel capitale di Telecom scambiando la partecipazione in Metroweb e sul ruolo di Enel, il premier risponde che "decideranno i vertici di Cdp".
La stoccata a Juncker: "Flessibilità non è una concessione ma regola" - "La flessibilità europea non è una concessione", "è una regola dell'Unione Europea, un preciso impegno di Juncker e dei suoi. Io non ho cambiato idea. Credo neanche lui". Così Matteo Renzi parla del recente scontro con la Commissione di Bruxelles. "Jean-Claude ha sbagliato linguaggio nel metodo e sostanza nel merito", ha aggiunto. Tuttavia Renzi si dice non preoccupato di "un infortunio verbale del presidente della Commissione: siamo l'Italia, uno dei Paesi fondatori". E ricorda: "Il mio partito è il partito più votato in Europa, con oltre undici milioni di voti. Se Juncker è lì, è grazie anche ai voti del Pd e del Pse. Non sono permaloso. Se Juncker sbaglia una conferenza stampa, pace. Se Juncker sbaglia politiche, allora sì che mi preoccupo".
Quando da Bruxelles si denuncia che a Roma manca un interlocutore, Renzi riconosce che "un punto di verità c'è: l'Italia ha investito meno del dovuto nella creazione di una tecnostruttura in grado di essere squadra", "una squadra con diversi fuoriclasse che non si passano la palla e litigano nello spogliatoio non vince lo scudetto", sottolinea.