"I manager resisteranno, ma poi le cose devono cambiare. L'obiettivo è tornare a un principio di giustizia sociale". E sulla polemica con Squinzi e Camusso commenta: "Preferisco le famiglie"
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"Resisteranno a parole, ma poi ovviamente è naturale che le cose cambino". A dirlo è Matteo Renzi, che si riferisce ai supermanager e ai loro superstipendi. "Non è possibile - riprende il premier - che l'ad di una società guadagni mille volte in più dell'ultimo operaio. Torniamo a un principio di giustizia sociale. Noi non molliamo". E assicura: "Torneremo a un rapporto di uno a dieci, come ai tempi di Olivetti".
"Quando c'era lui, Adriano Olivetti - riprende ancora il presidente del Consiglio - il rapporto era più equo: dare un po' meno a chi guadagna milioni e rimettere in moto l'economia e il ceto medio".
"L'Italia riparta" - "L'importante è che l'Italia cambi e se a maggio arriveranno le risposte che abbiamo annunciato credo che allora potranno fare tutte le polemiche che vogliono: l'importante è che l'Italia si rimetta in moto", dice ancora Renzi a proposito degli attacchi di Cgil e Confindustria al governo. E ancora: "Mi interessa il consenso delle famiglie italiane e non quello delle associazioni". Poi sottolinea che sono "venti anni" che guardando la tv si vedono Confindustria e sindacati arrabbiarsi. Ce ne faremo una ragione...".
Renzi continua: "A Obama dirò che sono orgoglioso e fiero dei progressi dell'Italia. Gli chiederò anche dei consigli perché in America le aziende sono tornate a investire e la disoccupazione a scendere".
E poi invece, riferendosi al leader del Movimento 5 Stelle: "Grillo è bravissimo a cogliere gli umori. Sa che se facciamo le cose promesse, e noi le faremo, si sente franare il terreno sotto i piedi. Lui prende voti sulla protesta. A Grillo dico: hai bisogno di rilanciare, vuoi offendermi? Fallo, noi ci occupiamo famiglie italiane".