Con un tweet l'ex premier annuncia la sentenza con un risarcimento da 95mila euro per il genitore, colpito da "una campagna d'odio senza precedenti"
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Citati in giudizio da Tiziano Renzi, Marco Travaglio, una sua giornalista e la società del Fatto Quotidiano "sono stati condannati a pagare a mio padre 95.000 euro". Ad annunciarlo, con un tweet, è l'ex premier Matteo Renzi, che avverte: "E' solo l'inizio. Il tempo e' galantuomo". Anche se, sottolinea, "Niente potrà ripagare l'enorme mole di fango buttata addosso alla mia famiglia, a mio padre, alla sua salute".
Si è trattato, sottolinea Renzi nella sua eNews, di "una campagna di odio senza precedenti", per la quale "qualcuno inizia a pagare almeno i danni".
Nella sua webzine, quindi, l'ex premier parla della situazione del Pd, spiegando che "quelli che ci consideravano morti e sepolti vedono oggi, in Leopolda, un popolo vivo, consapevole delle difficoltà ma carico di entusiasmo. Chi era a Firenze ha sentito sulla propria pelle una energia nuova e vitale. E la cosa divertente è che c'è stato un bellissimo scambio generazionale. Sul palco si sono alternati i giovanissimi, diversi anche minorenni e ragazzi sessantenni che hanno letteralmente infiammato la platea".
Quindi, un attacco al fondatore del M5s: "Beppe Grillo, per me fai schifo". Il motivo spiega, è che "i 5Stelle hanno chiuso il proprio evento al Circo Massimo con gli insulti di Beppe Grillo al Capo dello Stato italiano, al Capo dello Stato francese, all'opposizione. E il noto pregiudicato genovese, non pago, ha pensato bene di insultare anche le persone che soffrono per l'autismo". Parole che, sostiene Renzi, sono addirittura peggiori di quelle rivolte a Mattarella: "chi ha un figlio con disturbi allo spettro autistico combatte ogni giorno perché il suo bambino non venga discriminato. Che vergogna vedere il primo partito italiano che chiude la propria festa annuale con parole di scherno verso queste famiglie".
L'ex segretario sottolinea quindi che il Pd è "diverso dai 5Stelle non solo per il garantismo contro il giustizialismo, il lavoro contro il reddito di cittadinanza, la legalità contro i condoni. Ma siamo diversi anche sui diritti: noi siamo quelli della legge sull'autismo, sul terzo settore, sul dopo di noi".