"Il documento del senatore Chiti copia alcune delle nostre proposte che discuteremo in rete", annunciano i capigruppo grillini Brescia e Santangelo
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Pd ancora una volta spaccato sulle riforme istituzionali. Convergenza tra la minoranza del partito e il M5S sul testo alternativo a quello varato dal governo. I capigruppo grillini di Camera e Senato, Giuseppe Brescia e Vincenzo Maurizio Santangelo, aprono al ddl presentato dal senatore democratico Chiti che "ricalca diverse proposte avanzate nel tempo dal M5S". "Queste proposte si discuteranno in rete con tutti gli iscritti", aggiungono.
Apertura dunque al cosiddetto "lodo Mineo" che, ha annunciato lo stesso senatore siciliano, "resta sul tavolo". Si profila dunque la possibilità di raggiungere una maggioranza alternativa sulle riforme, visto che il testo del ddl Chiti è sottoscritto da 22 senatori dalla minoranza del Pd già definiti "dissidenti". A cui potrebbe eventualmente aggiungersi il sostegno dei parlamentari del Movimento 5 Stelle.
Rispetto alla riforma del Senato sostenuta dal presidente del Consiglio (che non prevede l'elezione dei membri di Palazzo Madama), il ddl Chiti parla di 106 senatori da eleggere in collegi regionali, anche se Renzi prova a stoppare l'iniziativa: "Quel testo va ritirato".
"Se sul serio questo Parlamento vuole fare le riforme, tanto sbandierate quanto arenate, appoggi le nostre proposte e un percorso che preveda anche l'obbligo di discussione delle leggi popolari e i referendum propositivi", sottolineano i due capigruppo del M5S.
"La riforma del Movimento 5 Stelle, dati alla mano, produrrebbe un risparmio di oltre 300 milioni di euro annui, molto di più della falsa riforma Renzi", concludono.