Secondo la procura di Rimini non fu il fidanzato a revocare ibonifici con cui la parlamentare avrebbe dovuto destinareparte dello stipendio a un fondo per il microcredito
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Non fu l'ex fidanzato a "derubare" Giulia Sarti: non fu Andrea Bogdan a revocare i bonifici con cui la parlamentare M5s avrebbe dovuto destinare parte dello stipendio, come prescrive il M5s, a un fondo per il microcredito. Lo stabilisce la Procura di Rimini, che ha chiesto l'archiviazione della denuncia per appropriazione indebita. Per questo, la Sarti ha deciso di autosospendersi dal M5s e di dimettersi dalla presidenza della commissione Giustizia.
La deputata riminese è uno dei volti noti dei Cinque stelle. Alla seconda legislatura, le è stata affidata la guida di una delle commissioni centrali nell'attività parlamentare. Ma ora decide di lasciare, "a tutela del Movimento". Lo annuncia con una nota, dopo aver appreso che e' caduta l'accusa da lei rivolta ad Andrea Tibusche Bogdan - meglio conosciuto come Andrea De Girolamo - di averle sottratto fondi che avrebbe dovuto destinare alla "restituzione" di parte dello stipendio, prescritta agli eletti del Movimento.
Lo scandalo delle mancate restituzioni scoppiò nel corso della campagna elettorale e portò all'espulsione di alcuni dei candidati M5s. Ma Sarti aveva denunciato Bogdan, accusandolo di aver revocato sette bonifici partiti dal conto della deputata, al quale lui aveva accesso. Lui si era difeso dicendo di aver "agito con la consapevolezza di lei". E aveva consegnato alla procura una chat in cui Sarti gli annunciava, tirando in ballo anche altri, la querela per togliersi dall'imbarazzo delle restituzioni 'fantasma'. I pm ora danno ragione a Bogdan ma la vicenda giudiziaria non e' conclusa.
L'avvocato di Sarti, Fabio Repici, spiega che attende "con fiducia" la decisione del giudice sulla richiesta di archiviazione. E sottolinea anche che - contrariamente a quanto da lui affermato - Bogdan era "un collaboratore della Sarti, non il suo fidanzato convivente". Ma la deputata decide di dimettersi dalla presidenza di commissione. E di mettere al riparo da ogni possibile accusa anche i responsabili della comunicazione M5s Ilaria Loquenzi e Rocco Casalino: "Non mi hanno spinta a denunciare nessuno, si sono limitati a starmi vicino nell'affrontare una situazione personale e delicata".