l'INTERVISTA AL MINISTRO

Roccella a Tgcom24: "Festeggiamo la donna con una legge che cambia la cultura"

Il Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, commenta il nuovo provvedimento sul femminicidio e le politiche a sostegno delle donne: "Il senso dell'8 marzo sta in tutti i tetti di cristallo che abbiamo rotto anche con il nostro governo"

di Micaela Nasca
08 Mar 2025 - 14:35

A poche ore dal via libera al ddl sul femminicidio e nel giorno della festa della donna, il ministro Roccella spiega nei dettagli la portata del provvedimento: "Oggi, 8 marzo, festeggiamo una nuova legge che sul tema della violenza di genere segna un cambiamento epocale, una novità dirompente a sostegno delle donne"

Ministro Roccella, la parola femminicidio era entrata da tempo nei codici del linguaggio ora è entrata nel codice penale. Cosa comporterà?

"Sì, è un grande cambiamento: dal linguaggio siamo passati alle sentenze, ai documenti internazionali e oggi al codice penale. Femminicidio non è più solo la parola usata per indicare la morte violenta di una donna, ma diventa anche una autonoma fattispecie penale, un reato specifico punito con il massimo della pena: l'ergastolo. E' una svolta sostanziale di prospettiva a difesa delle donne che è in corso da tempo"

Eppure, i casi di aggressione nei confronti delle onne continuano ad aumentare. Nel 2024 sono stati adottati 2.746 ammonimenti per stalking o revenge porn, con un aumento del 44% rispetto all’anno precedente. Anche i provvedimenti presi per le violenze in ambito domestico sono cresciuti del 126%. Può bastare una legge e un inasprimento delle pene?  

"Nessuna legge può bastare, ma le leggi fanno anche cultura. Riconoscere questa differenza, riconoscere il reato autonomo di femminicidio anche questo è un segnale forte che penso che darà una spinta al cambiamento culturale.  L'omicidio di una donna affonda le sue radici in una storia di assoggettamento e discriminazione delle donne che non sono percepiti a volte dagli uomini come soggetti liberi e quindi c'è un'asimmetria di potere tra uomini e donne che si riflette nei numeri. I numeri raccontano di uomini che uccidono le donne: una ogni tre giorni di media e di certo non accade il contrario. E questo vuol dire una tendenza a considerare le donne una proprietà di cui disporre: oggi introducendo un reato specifico si segna un passaggio importante anche culturale"

In questo contesto si inserisce anche Reddito di Libertà approvato recentemente: una misura forse non ancora molto conosciuta. Di cosa si tratta? In che termini può aiutare a garantire un adeguato sostegno economico alle donne in pericolo? 

"Noi cercheremo di far conoscere tutte le misure a tutela delle donne vittime di violenza che sono sia misure di prevenzione sia di repressione che di tutela. Il reddito di Libertà è una misura di tutela per tutte quelle donne che in una situazione di estrema urgenza hanno bisogno di sostegno finanziario per uscire da una situazione di violenza.  Per un aiuto di lunga durata e più strutturale c'è invece la possibilità di accedere all'assegno di inclusione che si ottiene con maggior facilità" 

Lei da ministro della Famiglia ha sempre molto insistito sul tema dei benefici per aiutare le donne e favorire la genitorialità. Eppure il tema della natalità viene spesso affrontato con un approccio che privilegia molto i bonus e gli aiuti economici. Non pensa che ci siano altri fattori altrettanto significativi alla base del crollo delle nascite che attendono risorse e altrettante risposte? Il 15% delle coppie non è fertile: l'aspetto delle donne che hanno enormi difficoltà a diventare madri non ancora troppo sottovalutato?

"E' un tema che affronteremo a breve con il ministro della Sanità, lo abbiamo in calendario e presto ci muoveremo anche su questo fronte. Le misure economiche sono comunque importanti. Certo, una coppia decide di fare figli non perché ha l'asilo, ma l'asilo sotto casa aiuta. E quindi noi dobbiamo assicurare almeno pere equità e giustizia sociale tutti quei servizi che possono permettere di fare figli senza rinunciare alla professione e alle libertà quotidiane affinché essere genitori non sia una scelta di sacrificio o di impoverimento"

Le donne che lavorano, in realtà, di sacrifici ne fanno. Basta guardare la busta paga: in media guadagnano il 20% in meno degli uomini. Come si colma il gender pay gap? 

"E' un tema assolutamente importante: c'è da dire che in Italia non ci sono leggi che discriminano la donna dal punto di vista salariale. Il gap salariale è dovuto invece moltissimo alla scelta di maternità e allora è lì che si comincia a essere assenti dal lavoro, si fa meno carriera e questo incide non solo sullo stipendio ma anche sulla pensione. È lì che dobbiamo intervenire e noi lo stiamo facendo con misure mirate come la decontribuzione per le madri lavoratrici, con il rimborso dell'asilo nido, con i congedi parentali aumentati all'80% dello stipendio"

In Francia aumentano le donne alla guida delle aziende anche perché è stata approvata una legge ad hoc. Servirebbe anche in Italia?

"Non penso che serva, non abbiamo bisogno di una legge per promuovere le donne. Penso che possiamo cambiare le cose modificando il clima culturale e con una volontà politica. Non abbiamo bisogno di norme tipo le quote. Del resto abbiamo per la prima volta un ragioniere dello Stato donna, il nostro presidente del Consiglio, in un luogo di vero potere che è sempre stato un luogo maschile. C'è un governo a guida femminile che ha a cuore tutto questo e lo stiamo dimostrando giorno per giorno"

Quali sono gli ambiti dove le donne stanno marcando di più il successo in campo professionale e reddituale?

"Sicuramente nell'ambito dell'Università, il numero delle Rettrici è molto aumentato. Anche sul fronte delle imprese abbiamo numeri interessanti sulla certificazione di genere. Le faccio un esempio: dovevamo certificare secondo gli obiettivi del Pnrr 800 aziende entro il 2026 invece ne abbiamo certificate quasi 7mila entro quest'anno. Quindi c'è un clima diverso e abbiamo ottenuto delle cifre record di occupazione femminile. Tutto questo non è un punto di arrivo ma di partenza. Ma comunque dimostra il nostro grande impegno"

Per concludere, Ministro, cosa c'è davvero da festeggiare per le donne e per lei in questo 8 marzo?

"Intanto abbiamo da festeggiare la nostra legge. Poi abbiamo da festeggiare tutti i tetti di cristallo che abbiamo rotto fino ad adesso e romperemo anche con il nostro governo. Ogni giorno sentiremo il rumore dei vetri infranti"

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