Raccolte 170mila firme

Roma, blitz delle femministe davanti a Montecitorio: "No al Ddl Pillon"

La senatrice Pd Monica Cirinnà: "Constatiamo ancora una volta l'assoluta inaffidabilità del Movimento 5 stelle sul tema dei diritti"

09 Apr 2019 - 16:19
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"Pillon nel Medioevo ci torni solo tu, noi di te, non ne possiamo più", è uno degli slogan intonati dalle femministe intervenute numerose a piazza Montecitorio contro il mancato ritiro del Ddl Pillon, mentre si è aperta in Commissione Giustizia al Senato la discussione su un nuovo testo. "È un insulto per tutte le donne, per tutti i bambini, per chi ha subito violenza all'interno della famiglia", ha dichiarato una manifestante.

Roma, blitz delle femministe davanti a Montecitorio: "No al Ddl Pillon"

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Un lungo striscione bianco con stampati i nomi dei 170.000 firmatari contrari al Ddl che porta il nome del senatore leghista ha circondato i manifestanti (D.i.Re, Cgil, Arci, Rebel Network, Udi, Cismai, Telefono Rosa, Fondazione Pangea), in testa le rappresentanti della Casa internazionale delle donne, tra cui una delle sua fondatrici, Edda Billi: "Intanto l'hanno messa da parte, questi signori... Signori si fa per dire eh... Perché sta succedendo qualcosa in Italia che è gravissimo ed è un attacco ai diritti che ci siamo conquistate in decenni e decenni di lotta, io personalmente sono nelle piazze dagli anni '70, credo che siano 48 anni", ha spiegato. "Ti dà l'idea di come si sta muovendo questo governo, si sta muovendo in maniera criminale", ha aggiunto.

"In Commisssione si discute il ddl Pillon: quella stessa proposta di legge che, come era stato assicurato da Spadafora e dal Movimento 5 stelle, sarebbe stata archiviata. Così non è, e questo dimostra ancora una volta l'assoluta inaffidabilità del Movimento 5 stelle sul tema dei diritti: pur affannandosi a differenziarsi dalla Lega in vista delle elezioni europee, i Cinquestelle continuano a rivelarsi una forza ostile ai diritti e all'allargamento degli spazi di libertà ed eguaglianza nel nostro Paese". Lo dichiara la senatrice del PD Monica Cirinnà. "Adesso", aggiunge, "dopo aver approvato i peggiori provvedimenti liberticidi proposti dalla Lega, dal decreto sicurezza alla legittima difesa, fino ad arrivare al recente decreto ministeriale che, ripristinando la dicitura padre e madre sui documenti, priva della loro identità le bambine e i bambini delle famiglie arcobaleno, saranno complici dell'autentico scempio del diritto di famiglia che si prepara con la discussione del ddl Pillon: un provvedimento che mina la libertà delle donne e pregiudica gravemente i minori figli di genitori separati, imponendo in modo autoritario un modello di famiglia, senza mostrare sensibilità per le complesse situazioni di vita che caratterizzano la crisi della vita familiare e di coppia".

A dare sostegno anche alcune deputate della presidenza del Gruppo Pd della Camera, tra cui Stefania Pezzopane, Alessia Morani e la vice-presidente Chiara Gribaudo: "Noi naturalmente chiediamo il ritiro immediato del ddl Pillon, perché irricevibile e inemendabile, contro le donne, contro i bambini. Per questa ragione, come Partito democratico, rilanciamo, propositivamente dicendo: facciamo nostra la direttiva europea e raccogliamo la petizione fatta da Titti di Salvo e altri sul congedo di paternità obbligatorio di 10 giorni", ha spiegato Gribaudo. Titti Di Salvo, promotrice dell'iniziativa sottolinea: "Ci vogliono 10 giorni di congedo di paternità obbligatoria almeno per condividere le responsabilità genitoriali tra madre e padre, è questo il vero modo di occuparsi della cura dei figli e anche della condivisione di responsabilità dei genitori". Alla fine un grande striscione per dire basta alla violenza di genere e il coro "Insieme siam partite, insieme vinceremo, Non una di Meno!".

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