Dopo l'inchiesta Mafia Capitale, il prefetto Pecoraro dice: "Ci sono tre ipotesi: o un accesso agli atti, o lo scioglimento o una terza via che prevede di non intervenire essendo in corso l'attività giudiziaria"
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"E' giusto individuare le responsabilità ma attenzione a tirare in mezzo il Comune di Roma. Per arrivare al commissariamento ci vogliono estremi di legge precisi e qui non ci sono". Così il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi parlando dell'inchiesta Mafia Capitale. "Il sindaco Ignazio Marino deve restare e governare bene", ha aggiunto.
Giudice Tar Lazio: scenario disgustoso - "Mai avrei potuto immaginare uno scenario di portata così disgustosa", ha detto Linda Sandulli, il giudice del Tar del Lazio contro cui si mobilitò Sandro Buzzi. Sandulli sostiene che su di lei furono pubblicati dati "riservati" che potevano venire solo "dal sistema della giustizia amministrativa: qualcuno ha cercato di farmela pagare".
"Una vergogna ma non tutti uguali" - "Quanto emerso dall'inchiesta - ha osservato ancora il ministro Boschi - è una vergogna e bisogna fare presto i processi ma non tutti sono uguali, se si dice che tutti sono colpevoli non paga nessuno mentre deve pagare chi ha sbagliato". La Boschi ha chiesto chiarezza nell'indagine romana ma ha al contempo difeso personalità come il ministro Poletti, finito in una foto con Salvatore Buzzi.
"No sconti da Pd ma altri non fanno pulizia" - "Bisogna fare processi presto senza sconti a nessuno ma non bisogna fare di tutta l'erba un fascio perché non tutti hanno rubato. E' giusto che escano nomi e cognomi e si individuano responsabilità specifiche ma il Pd è intervenuto subito, gli altri non mi pare che stiano facendo pulizia", ha aggiunto la Boschi.
Il prefetto: "Tre le ipotesi per il Comune" - Intanto il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ha detto che "potrebbero esserci tre ipotesi, dopo la valutazione delle carte dell'inchiesta: o un accesso agli atti, o lo scioglimento o una terza via che prevede di non intervenire essendo in corso l'attività giudiziaria".
Marino: "Roma non è una città di mafiosi" - "Io mi rifiuto di avvalorare l'idea che Roma sia una città di mafiosi", ha detto dal canto suo il sindaco Ignazio Marino. "Prima c'era la Roma ladrona, ora la Roma mafiosa. La stragrande maggioranza dei romani sono persone perbene e in questo momento soffrono per la crisi economica e la mancanza di lavoro. Questa è la Roma che conosco. Spero che quello che è stato sottratto al pubblico - ha aggiunto - possa essere restituito ed utilizzato nell'interesse dei cittadini".
"Dimettermi? Non ci penso proprio" - "Con noi gli affari sono finiti - ha ripreso Marino, intervenendo alla Factory365, la convention dei giovani dem a Roma -. Si vergognino e se ne vadano da questa città. Noi stiamo dall'altra parte". "Ma secondo voi ho affrontato un anno e mezzo di cambiamenti così radicali per dire 'ho scherzato ora vado alla spiaggia'?", ha quindi risposto a chi gli chiedeva se avesse intenzione di dimettersi, chiarendo: "Non ci penso proprio". "Sono deluso dai consiglieri del M5s perché non vogliono partecipare a qualunque cosa che sia riassumibile con la parola responsabilità. Quando c'è una responsabilità il M5s scappa", ha aggiunto.