Dopo l'arresto per corruzione

Roma, De Vito scrive a Raggi dal carcere: "Non mi dimetto"

L'ex presidente del consiglio comunale invia una lettera alla Raggi e al Movimento: "Perché la mia espulsione non è stata votata online?"

24 Apr 2019 - 16:04
 © lapresse

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"Non mi dimetto, non posso e non debbo farlo". Lo scrive il presidente dell'Assemblea capitolina Marcello De Vito, arrestato il 20 marzo per corruzione, in una lettera inviata dal carcere al sindaco di Roma, Virginia Raggi. "In questo periodo ho pensato spesso di dimettermi da una carica che ho amato e che ritengo di avere svolto con onore - si legge -. Ma non posso, non voglio e non debbo farlo. Credo nella Giustizia e chiedo con forza Giustizia".

"Care colleghe e cari colleghi considero privo di presupposti qualsiasi atto che mi abbia privato di qualcosa: sia esso la libertà personale, la carica (anche in via temporanea), la stessa iscrizione dagli M5S. Darò tutte le mie forze per tutelare la vita della mia famiglia e la mia - prosegue De Vito nella lettera -. Ai sensi del regolamento del consiglio considero le assenze dal 20 marzo 2019 contrarie e comunque non imputabili alla mia volontà nonché la sospensione e la temporanea sostituzione prive di presupposti".

De Vito: perché non c'è stato voto online? - Marcello De Vito pone poi un quesito ai vertici del movimento paragonando il suo caso con quello di Salvini e Diciotti, in cui era stata utilizzata la piattaforma Rousseau per far votare i militanti. "Certamente in questo tempo mi sono chiesto cosa potrebbe decidere il nostro leader (Di Maio ndr) per se stesso, ove fosse sottoposto ad un giudizio: sicuramente proporrebbe un quesito ad hoc, come quello ideato sul caso Salvini-Diciotti, da sottoporre al voto online. Così come ho ricordato che il nostro codice etico prevede l'espulsione dall'M5S solo in caso di condanna e non si presta ad opinabili interpretazioni a seconda dei casi o peggio, all'arbitrio del nostro leader".

"Abbiamo perso i nostri valori fondanti" - "Mai come in questo momento ho compreso che abbiamo perso totalmente i nostri valori fondanti della solidarietà, della coesione e della condivisione". Scrive ancora De Vito al sindaco di Roma, Virginia Raggi.

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