l'intervista

Roma 2027, scende in campo l'influencer virtuale Francesca Giubelli | Il creatore: "Portare l'Ai nel dibattito politico"

Lo scopo, spiega Emiliano Belmonte, uno dei creatori, è (anche) un esperimento di cittadinanza attiva: "Attraverso l'Ai cerchiamo di recepire il malcontento dei cittadini e di proporre alternative"

di Luisa Vittoria Amen
07 Apr 2025 - 14:20

Potrebbe essere un'avversaria temibile per il sindaco di Roma Roberto Gualtieri: Francesca Giubelli è un'influencer che piace anche ai giovanissimi. Dalla sua, ha certamente bellezza e intelligenza, quella artificiale. Già, perché Francesca è stata interamente progettata e sviluppata con l'Ai ben due anni fa, e adesso, dopo una prima provocazione con la candidatura alle elezioni europee, compie il passo decisivo, scendendo in campo per il Comune di Roma, in vista delle elezioni del 2027 con la lista Alternativa Italiana X Roma. A dirlo, attraverso i social è la stessa leader della lista: "Non è solo un esperimento digitale, ma una vera piattaforma di cittadinanza attiva che nei prossimi due anni si aprirà a professionisti, giovani, realtà civiche e culturali che vorranno contribuire a costruire una nuova visione per Roma", spiega Francesca Giubelli.

"L’intelligenza artificiale, se usata con competenza e visione etica, può fornire soluzioni più rapide, oggettive e performanti, soprattutto nell’amministrazione pubblica". L'obiettivo, come spiega Emiliano Belmonte, uno dei creatori, è quello di portare l'Ai al centro del dibattito politico.

Qual è lo scopo del progetto?

Sono ormai due anni che abbiamo creato Francesca Giubelli, prima influencer virtuale italiana certificata Meta. Fin da subito il nostro scopo era quello di porre all'attenzione del paese il tema dell'Intelligenza Artificiale. Nel mondo ne esistono altre, negli Usa ha spopolato Lil Miquela, in Spagna Aitana Lopez. In passato abbiamo lanciato, anche in maniera un po' provocatoria, la candidatura alle europee. Adesso, con un po' più di esperienza, possiamo dire che, dopo che il comune di Roma ha lanciato Julia, un'applicazione di intelligenza artificiale molto semplice, noi l'abbiamo ricreata e abbiamo deciso di provare a metter in campo per due anni questa provocazione, soprattutto per portare dei contenuti. L'intelligenza artificiale può aiutare a recepire il malcontento dei cittadini per questa amministrazione e proporre delle alternative sulla base di ciò che l'Ai recepisce dagli utenti. 

Il nome Francesca Giubelli, come è nato?

È un mix dei nostri cognomi, il mio, Belmonte, e di quello di Valeria Fossatelli e Francesco Giuliani e Francesca viene da un’idea di Valeria, abbiamo pensato a un nome che richiamasse la storia del nostro Paese, e quindi che rimandasse alla Francesca di Dante. Anche la fisiognomica è basata sui volti delle principali attrici italiane, da Sophia Loren a Monica Bellucci. Così è venuto fuori il viso di Francesca.

Nei giorni scorsi si è parlato anche del caso di Anna Luce D'Amico, la candidata sindaca di Taranto (anch'essa creata con l'Intelligenza artificiale da professionisti della comunicazione). L'intento è quello di confrontarsi sul futuro del linguaggio politico. Ci sono quindi, dei tratti in comune tra questi due progetti?

Il progetto di Taranto viene dopo il nostro progetto delle europee. I colleghi, che conosco personalmente perché sono romani e uno di loro è stato anche consigliere comunale, hanno calato questo progetto su un comune più piccolo e hanno lanciato Anna Luce. Abbiamo visto questo progetto e abbiamo pensato anche noi che fosse opportuno farlo per il 2027 per Roma. Questa cosa la porteremo avanti con determinazione. In questo momento non so se porteremo avanti la lista ma sicuramente intendiamo raccogliere del materiale per costruire un programma da consegnare, eventualmente, ai candidati sindaci che vorranno incontrarci.

L'intelligenza artificiale a servizio della politica. È un concetto realizzabile o c'è ancora tanto da lavorare?

Assolutamente sì, come hanno fatto i social nel linguaggio della comunicazione. Fino a 20 anni fa era impensabile che i manifesti elettorali che si attaccavano con la colla ai muri della città si trasferissero sulle card di Instagram. L'intelligenza artificiale farà esattamente questo, si aggiungerà al linguaggio politico e si trasformerà in un modo per fare politica. Guardiamo ad esempio cosa ha fatto Trump con il video di Gaza o come le nuove generazioni usano Chat GPT per trovare le informazioni di cui hanno bisogno, soppiantando Gogle. Così deve fare anche la politica, bisogna però che i temi siano centrati. Su questo la stessa Julia, l'app del Comune, fa ancora moltissimi errori perché non è ancora stata formata nel modo giusto.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri