Secondo il Campidoglio per validare la consultazione serviva almeno il 33,3% degli aventi diritto. Promotori: "Irregolarità ai seggi". Raggi: "Atac resta pubblica, i romani vogliono così. Ora via al rilancio"
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Il referendum sulla liberalizzazione dei servizi di trasporto pubblico a Roma non raggiunge il quorum. Alle urne si è recato oltre il 16% degli aventi diritto, un dato non sufficiente per il quorum del 33,3% richiesto dal Campidoglio. Di diversa opinione i Radicali, promotori della consultazione, secondo cui "il quorum non c'è" grazie al nuovo statuto del Comune di Roma, approvato proprio il giorno in cui è stato indetto il referendum, che non lo prevede.
Raggi: "I romani vogliono resti pubblica" - "Atac resta dei cittadini. I romani vogliono resti pubblica. Ora impegno e sprint finale per rilanciarla con acquisto 600 nuovi bus, corsie preferenziali, più controlli, riammodernamento metro. Attenzione e rispetto per tutti i votanti", scrive su twitter il sindaco di Roma, Virginia Raggi. Complessivamente hanno votato circa 386.900 cittadini su 2.363.989 iscritti al voto. Il municipio dove l'affluenza è stata più alta, al 25.25%, è il secondo di San Lorenzo-Parioli. Quello dove si è votato meno è il sesto, quello più periferico di Tor Bella Monaca.
Maggioranza a favore della messa a bando - Quanto all'esito della votazione, con la quasi totalità delle sezioni perfenute, i risultati del referendum parlano di oltre il 74% di voti favorevoli alla messa a gara del trasporto pubblico.
Caos ai seggi - Ma è polemica sulle operazioni di voto. "Il Campidoglio ha creato il caos nella partecipazione dei cittadini. Oltre 300mila aventi diritto non hanno potuto votare - studenti fuori sede, lavoratori non residenti - per le regole date proprio dal Campidoglio", denuncia il parlamentare radicale Riccardo Magi riferendosi al rifiuto, da parte di alcuni presidenti di seggio, di ammettere al voto gli elettori sprovvisti di tessera elettorale. "Ci arrivano segnalazioni da tutta la città di persone respinte nonostante avessero il documento per votare. È una sconfitta per la democrazia diretta, ma soprattutto per la capacità della giunta Raggi, che tanto parla di democrazia diretta, di organizzare operazioni ordinate e regolari".
"Ricorso al Tar sul quorum" - "Siamo felici di aver conquistato un'occasione di partecipazione. Il mancato raggiungimento del quorum è una sconfitta per una sindaca che ha fatto fatica a dire una parola sul referendum", ha aggiunto Magi. Quanto alla questione quorum, "il Campidoglio lo ha tolto per i referendum lo stesso giorno in cui ha indetto questo. A nostro avviso il quorum non c'è, quindi impugneremo la questione davanti al Tar".