L'ex capo segreteria parla del progetto "a tre" per governare la città ed esclude che quelle polizze fossero finanziamenti politici. Spunta un documento sugli stipendi firmato dalla Raggi
"Ho lavorato con Raffaele Marra per tanto tempo. Lui è stato il mio capo di dipartimento, aveva dei titoli, veniva dalla guardia di finanza. Da quello che sapevo, era una persona a posto". Così Salvatore Romeo, ex capo della segreteria di Virginia Raggi, che si dice "pentito" di aver presentato Marra al M5s. "Le cose per cui oggi è accusato - aggiunge - sono precedenti al nostro rapporto di conoscenza, dunque non ne sapevo nulla né le immaginavo".
"L'ho conosciuto nel 2013 - riprende, intervistato dal Raitre - e ho lavorato con lui bene per un certo periodo, producendo qualche risultato. In ragione di questo rapporto fiduciario, l'ho presentato a vari esponenti del Movimento. Se sono pentito di averlo fatto? Pentito è un eufemismo".
Progetto di squadra - Romeo spiega poi che "ci stavamo preparando per governare la città, se avessimo vinto le elezioni. Non era un progetto mio, di Marra e della Raggi. Era un progetto comune di una squadra, capitanata da Virginia Raggi". E aggiunge: "Ho fatto un passo indietro per evitare ulteriori imbarazzi al sindaco".
Romeo parla anche della vicenda polizze, il motivo per cui è finito nell'occhio del ciclone negli ultimi giorni, definendo quelle in cui la Raggi è indicata come beneficiaria "forme di investimento, non eccessivamente rischiose, più o meno remunerative". E smentisce l'ipotesi secondo cui le polizze fossero una forma di finanziamento politico: "Non c'è nessun indizio su questa cosa".
E mentre l'ex capo di segreteria dice la sua verità, spunta un altro documento dalle carte dell'inchiesta, secondo cui tutto veniva deciso con il benestare del sindaco: anche gli stipendi dei funzionari promossi. Si tratta, scrive il "Corriere della Sera", della circolare del 19 ottobre 2016 con i criteri per le nomine dei dirigenti: quelle righe documenterebbero che la nomina di Renato Marra a responsabile per il turismo era pienamente condivisa dal primo cittadino, perché il documento esclude "che si debba fare una selezione sui curriculum di chi aspirava a quel posto". Un punto chiave per chiarire le responsabilità in proposito di Raffaele Marra e di Virginia Raggi.